Nella sala intitolata a Mino Martinazzoli in quella che fu la sede del Partito Popolare e della Margherita, ora casa dell’associazione “X giornate”, si è tenuta la tappa di Brescia de “La mia Lombardia”.
Guidati da Carlo Muzzi del “Giornale di Brescia”, hanno offerto il loro contributo di riflessione il collega consigliere regionale PD Gianni Girelli, la vice-presidente delle Acli bresciane Stefania Romano e l’europarlamentare PD Luigi Morgano.
Dalla discussione è emerso, una volta di più, un dato evidente riguardo i rapporti tra Milano e il resto della regione: spesso si è incapaci di leggere e ascoltare le “periferie” lombarde.
Pare evidente, soprattutto tra gli amministratori di centro-sinistra, una difficoltà a ragionare di fronte a slogan e polemiche che colpiscono la pancia dei cittadini e paiono avere l’unico obiettivo di dividere le persone.
Le ultime consultazioni elettorali hanno consegnato dati che parlano molto chiaramente di frattura tra città e territori: bisogna riattivare un dialogo autentico tra centro e territori e tra questi ultimi..
Le “periferie” hanno grandi ricchezze che andrebbero valorizzate, in esse non c’è solo marginalità.
La prima vera alleanza necessaria alla Lombardia è quella tra amministrazione regionale e cittadini dei diversi territori.
E’ responsabilità di chi amministra non nascondere le povertà che esistono anche in Lombardia.
Equità e giustizia devono essere i fari per una visione più concreta e realistica della regione.
Le difficoltà non mancano, ma vanno interpretate assieme per trovare risposte concrete.
La Lombardia è sempre stato in grado di spendere tutti i fondi strutturali dell’UE che aveva a disposizione, ma sarebbe interessante capire se li ha spesi nel modo migliore: i fondi europei dovrebbero servire per superare le debolezze di un sistema regionale, non per finanziare le politiche ordinarie.
La legalità rimane una sfida essenziale per la Lombardia, ma puntando solo su questo tema il PD ha perso le elezioni del 2013: non basta proclamare la legalità, bisogna proporre fatti concreti.
In Lombardia viviamo un evidente problema legato a un individualismo strisciante che si accoppia con un relativismo dilagante: si tratta di veri e propri virus che minano fin dalle sue basi la coesione sociale che ha sempre caratterizzato i nostri territori.