Archivio categoria: Diario di Expo

Diario di Expo del 21 ottobre – l’Albero della Vita rimarrà dov’è

21 Ottobre 2015 di fabio pizzul

L’Albero della vita rimarrà nel sito di Expo.
Lo ha confermato oggi il commisario straordinario Beppe Sala dichiarando: “Faremo manutenzione, e anche Palazzo Italia rimarrà come è oggi”.
Non verranno neppure smontati la mostra di Palazzo Italia e il padiglione Zero. Sala ha spiegato il perchè di questa scelta: “vogliamo dare vita a questi elementi iconici dell’Expo”.
Si tratterà ora di stabilire come e quando, dal momento che tutta l’area di Expo diventerà un immenso cantiere e ci sono grandi preoccupazioni per la sicurezza del sito durante i lavori. Ma l’idea parrebbe quella di “congelare” Albero della vita, Palazzo Italia e Padiglione Zero per tutta la durata dei lavori – che termineranno la prossima primavera – e nel frattempo studiare un piano anche economico per riaprire quando tutti gli altri padiglioni saranno smontati.
Le operazioni si sgombero dell’area cominceranno il 2 novembre. C’è tempo fino a giugno 2016 ma per Sala sarà possibile concludere la maggior parte delle operazioni intorno a marzo-aprile.
L’apertura delle strutture superstiti potrebbe arrivare dunque già a maggio prossimo.

Diario di Expo del 20 ottobre – Il dopo Expo di Refettorio Ambrosiano

20 Ottobre 2015 di fabio pizzul

Il Refettorio Ambrosiano è stato un modo per portare i poveri al centro di Expo. Ora continuerà a operare, come eredità materiale e spirituale, che la Chiesa ambrosiana vuole lasciare alla città dopo Expo», lo ha detto questa mattina il vicedirettore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, annunciando il primo accordo siglato per la gestione post esposizione del Refettorio: una fornitura di pasta per almeno un anno, offerta dal Pastificio Zini di Cesano Boscone

«La povertà alimentare non riguarda solo il Sud del mondo anche nei paesi del Nord. Oggi 53 milioni di europei fanno fatica a mangiare un pasto completo ogni giorno. In Italia in cinque anni sono più che raddoppiate le persone che non possono più permettersi una dieta equilibrata. Solo a Milano e dintorni nel 2014 quasi mezzo milione di concittadini hanno dovuto ricorrere agli aiuti alimentari erogati da mense e parrocchie. In Expo abbiamo voluto portare la loro voce e quelle di tutti coloro che non hanno nel mondo la possibilità di sfamarsi in modo adeguato perché non hanno accesso alla terra, o perché sono vittime della speculazione finanziaria sul cibo. Questioni per le quali pensiamo che sia necessario andare ben al di là degli impegni che ha assunti dalla Carta di Milano», ha sottolineato Luciano Gualzetti.

L’accordo sottoscritto con il pastificio Zini di Cesano Boscone prevede la fornitura di pasta fresca surgelata per più anni a partire dal 1° novembre. Non vi sarà un limite predefinito al quantitativo di prodotto che sarà donato dall’azienda, ma si può stimare che corrisponderà ad una disponibilità tra i 30 e i 50 quintali annui.

Quello con il pastificio Zini non è il solo accordo stretto da Caritas Ambrosiana e la Diocesi di Milano per la gestione futura del Refettorio. Un’intesa con alcune delle migliori aziende olivicole italiane garantirà la fornitura di olio per un anno.

Nel frattempo proseguirà anche il recupero delle eccedenze alimentari. Smantellato il Supermercato del Futuro aperto da Coop in Expo alla fine dell’esposizione, il Refettorio continuerà a ricevere i prodotti da altri punti vendita presenti nella città di Milano.

Dal 5 giugno ad oggi, sono state recuperate dal sito espositivo già 15 tonnellate di cibo. I prodotti – frutta e verdura, carne e pesce, pasta, focacce, latticini e formaggi – prossimi alla data di scadenza ma ancora perfettamente commestibili, sono stati rimessi nel circuito della solidarietà. 10 tonnellate hanno rifornito la dispensa del Refettorio, dalla quale 40 chef di fama internazionale chiamati da Massimo Bottura, ideatore con Davide Rampello del progetto, hanno ogni sera improvvisato un menù, trasformando le eccedenze in eccellenze. 5 tonnellate sono andate alle mense e comunità della zona di Lecco, all’Istituto Canossiano di Milano, all’Associazione Fratelli di San Francesco, alla Comunità di Villapizzone, ai Carmelitani e alla Comunità Quinto Sole di Milano, alla Comunità Irene di Arluno.

Si può sostenere il progetto Refettorio Ambrosiano facendo una donazione sulla piattaforma di crowdfunding noprofit.upeurope.com.

Diario di Expo del 19 ottobre – ad Expo il Guiness più goloso

19 Ottobre 2015 di fabio pizzul

Nuovo Guinness World Record. Domenica 18 ottobre è stata preparata la baguette farcita di Nutella più lunga del mondo: 122,40 metri di pane spalmato con la nota crema alla nocciola e cacao. Lo sfilatino di pane croccante è stato realizzato grazie a un team di panettieri che ha lavorato e infornato l’impasto per circa 6 ore.
Il pane è stato cotto grazie a un forno semovente. A rendere possibile il record un gruppo di 20 panettieri italiani e 7 «artisans boulangers» che hanno preparato la baguette seguendo la tradizionale ricetta francese, utilizzando 100 kg di farina. Il pane è stato fatto raffreddare e poi tagliato e farcito con 40 kg di Nutella. Per festeggiare il nuovo Guinness, sono state distribuite ai visitatori di Expo Milano 2015 circa 2.400 fette di pane e Nutella.

Diario di Expo del 18 ottobre – Sicurezza alimentare e cambiamenti climatici. Le parole di Kerry.

18 Ottobre 2015 di fabio pizzul

Nella sua visita ad Expo il segretario di Stato statunitense John Kerry ha dimostrato grande consapevolezza della necessità di impegnarsi con decisione sul fronte della sicurezza alimentare.
Vi propongo un paio di brani del suo intervento che, mi pare, siano molto chiari e lucidi nell’analisi.

“Negli Stati Uniti d’America siamo profondamente consapevoli dello stretto legame tra sicurezza alimentare e sicurezza globale e questo concetto è un pilastro della nostra politica estera; sappiamo che entro il 2050 la popolazione passerà da 7 a 9 miliardi di individui, che la produzione agroalimentare dovrà aumentare del 60% e che dovrà aumentare soprattutto nelle aree più coinvolte dall’aumento demografico, come l’Africa subsahariana. Se questi due miliardi di persone non troveranno delle vere opportunità nelle loro terre, semplicemente le cercheranno altrove. Il dramma dei profughi di cui l’Europa e il Mediterraneo sono testimoni in questo momento hanno anche queste cause: in particolare la guerra civile in Siria ha avuto come scintilla un lungo periodo di siccità che ha spinto 1 milione e mezzo di abitanti delle zone rurali a migrare verso le città, dove sono stati brutalmente repressi da un regime dittatoriale. Il dramma siriano ha molte cause, ma è iniziato con il venir meno della sicurezza alimentare, a sua volta aggravata dai cambiamenti climatici”.

“I cambiamenti climatici mettono fortemente a rischio la sicurezza alimentare, soprattutto nelle zone già fragili: non c’è area del Pianeta che non sia coinvolta da siccità, inondazioni e tempeste, eventi atmosferici estremi che nei prossimi decenni diventeranno ancora più frequenti. Al tempo stesso l’agricoltura è anche una delle principali cause del cambiamento climatico, poiché emette più gas a effetto serra di automobili, aerei e navi messi insieme. Per questo gli Stati Uniti d’America hanno aderito alla Global Alliance for Climate Smart Agriculture, lanciata dalla Fao al Summit di New York, una campagna che mira a raggiungere tre obiettivi prioritari: aumentare la produttività agricola in modo sostenibile, adattare i sistemi alimentari ai cambiamenti climatici e ridurre le emissioni a effetto serra nell’agricoltura. Nel prossimo futuro dobbiamo rafforzare e allargare questo impegno ad altri Paesi, facendo in modo che la prossima conferenza sul clima di Parigi prevista a novembre produca un accordo il più inclusivo possibile, condiviso da tutti i leader mondiali. Expo Milano 2015 ci ha già coinvolti sui temi della sicurezza alimentare, ora spetta a noi restare coinvolti”.

Diario di Expo del 17 ottobre – cibo e povertá, un problema grave anche in Italia

17 Ottobre 2015 di fabio pizzul

Mentre Expo volge al termine, è importante occuparsi di diritto al cibo. Nin è solo una questione globale. Riguarda molto da vicino anche noi italiani, come racconta l’annuale rapporto Caritas sella povertá.

«La povertà intacca il diritto al cibo anche in Italia dove il disagio alimentare è cresciuto più che in tutti gli altri paesi europei. I dati dicono che la crisi ha costretto le famiglie italiane a rinunciare a comprare alimenti più costosi, come la carne. Dobbiamo prenderne atto e intervenire sul reddito: il vero problema. Noi abbiamo proposto il reddito di inclusione sociale. La misura prevede non contributi a pioggia, ma condizionati a formazione e ricerca del lavoro. Costerebbe 1,7 miliardi per il primo anno. In un bilancio dello stato di 850 miliardi, non trovare queste risorse è solo frutto di mancanza di volontà politica». Lo ha detto questa mattina, il vicedirettore di Caritas Italiana, Paolo Beccegato, intervendo al convegno “Diritto al cibo. Interventi di prossimità e azioni di advocacy”, nel corso del quale è stato presentato il Rapporto Caritas 2015 “Povertà plurali”.

Secondo i dati Eurostat citati dal Rapporto più di 53 milioni di persone nell’Unione Europea non riescono a soddisfare in modo stabile l’esigenza di un pasto adeguato. A fronte di una media europea del 10,5%, in Italia il 14,2% della popolazione non può permettersi una dieta sufficiente, con un incremento record del 130% in 5 anni, il più alto in tutta la Ue seguito solo dal Regno Unito. Sempre secondo il Rapporto le famiglie che in Italia dichiarano di non avere soldi per acquistare cibo, in certi momenti dell’anno, sono aumentate del 60% dal 2007 al 2013 e dell’88% nel Sud Italia. Una situazione allarmante confermata dai 6.273.314 di pasti erogati nel corso del 2014 da 353 mense diocesane, e dai 3.816 centri di distribuzione viveri, promossi da 186 Caritas diocesane, che si fanno carico di un vasto bisogno alimentare di persone e famiglie, italiane e straniere.

Nei centri d’ascolto Caritas italiani nel 2014 si sono rivolte 170mila persone, in rappresentanza (contando i loro familiari) di 500mila persone. Il 58,1% è costituito da stranieri, il 52,2% da donne, 70% tra persone tra 25 e 54 anni, 48,6% coniugati, 75,3% hanno diploma di studio inferiore alla maturità (secondo l’Ue il minimo di istruzione per evitare la povertà), il 61,7% è disoccupato.

In base a un confronto tra i primi semestri di ogni anno, nel periodo 2013-2015, si evidenziano alcuni trend dei fenomeni di povertà. In particolare aumentano gli italiani (+4,1%) e aumentano le richieste avanzate da famiglie monogenitoriali e altri tipi di famiglie senza coniugi né partner conviventi (+10,2%).

«I dati ufficiali su Pil, crescita economica, occupazione a lungo termine dicono che c’è un miglioramento in Italia. Tuttavia noi non cogliamo ancora segni di una vera inversione di tendenza, ma di cambiamento dell’utenza sì – ha detto Walter Nanni, responsabile del Centro Studi di Caritas Italia -. L’aumento degli italiani e la crescita delle famiglie monogenitoriali tra i nostri utenti potrebbe voler dire che stiamo tornando a una situazione simile a quella pre-crisi, in cui la povertà tocca le persone più deboli e i gruppi socialmente più disgregati. Ma attenzione a non dimenticarci i feriti che ci lasciamo dietro. Bisogna fare attenzione al post crisi, come dopo una guerra non bisogna trascurare quello che succede dopo il conflitto».

Eloquenti anche i dati delle risposte messe in atto a livello ecclesiale: 1.169 progetti anti-crisi economica delle diocesi italiane, di cui 171 fondi diocesani di solidarietà e 140 progetti di microcredito per famiglie e/o piccole imprese, 865 Progetti Otto per mille Italia, attivati dal 2012 al primo semestre 2015, dalle Caritas diocesane con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana e l’accompagnamento di Caritas Italiana. Questi ultimi solo nel 2014 sono stati 290 per un importo complessivo di oltre 30,5 milioni di euro.

La situazione nella Diocesi di Milano

Dall’analisi dei dati raccolti dal campione dei centri di ascolto della diocesi ambrosiana, tra il 2008 – anno d’inizio della crisi – e il 2014 emerge una significativa diminuzione di donne che passano dal 69% dei richiedenti aiuto al 57,9%; un calo degli stranieri che dal 74% scendono al 65,7%, un aumento dei disoccupati di lungo corso che dal 45,1% arrivano al 56,4%. Un quadro, dunque, che nel complesso segnala gravi difficoltà anche in uno dei territori economicamente più floridi del Paese?

www.caritasambrosiana.it/Public/userfiles/files/Dati.doc

www.caritasambrosiana.it/Public/userfiles/files/povertaplurali.pdf

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Diario di Expo del 16 ottobre – a proposito di firma della Carta di Milano

16 Ottobre 2015 di fabio pizzul

Nel giorno della consegna ufficiale della Carta di Milano all’Onu scoppia il caso delle “non firme”.
Caritas, Slow food e Oxfam guidano la pattuglia di coloro che ritengono il documento troppo timidi e debole sui temi che riguardano i poveri e la tutela dei loro diritti.
Singolare che il sasso nello stagno abbia dovuto lanciarlo Caritas, in piena sintonia, peraltro, con quello che era accaduto alla vigilia di Expo, quando fu papa Francesco a dare impulso all’interesse per i temi dell’esposizione. Caritas ha fatto il suo, ma gli altri mi danno la sensazione, come si dice in gergo ciclistico, di “succhiare le ruote”. Si sono accodati e basta. A cominciare da alcuni che prima hanno strizzato l’occhio ai no-Expo e ora si mettono nella scia del successo della manifestazione.
Caritas ha scelto di esserci ad Expo ed ha le carte in regola per criticare costruttivamente. Spero che il gesto di non firmare crei le condizioni per un dibattito vero sulla Carta, assente durante Expo, necessario a partire dal primo novembre.
Per quanto mi riguarda, firmerò la carta perchè la ritengo un buon punto di partenza, ma la firma significa impegno a non farne cadere i temi più che conclusione di un cammino.

Diario di Expo del 15 ottobre – Nella Carta di Milano manca la voce dei poveri

15 Ottobre 2015 di fabio pizzul

«Nella Carta di Milano non si sente la voce dei poveri del mondo, né di quelli del Nord né di quelli che vivono nel Sud del pianeta». Parola di Michel Roy, segretario generale di Caritas Internationalis. Secondo Caritas, il documento che sarà consegnato al segretario dell’ONU Ban Ky Moon dopo la sua presentazione al Palazzo di Vetro lo scorso 26 settembre, manca di mordente e offre un approccio limitato per la risoluzione della fame nel mondo.

La Carta di Milano, sulla base del tema di Milano Expo 2015 – Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita – chiede a tutti i cittadini del mondo, alle aziende e alle istituzioni che lo sottoscrivono di assumersi le proprie responsabilità nel garantire l’accesso al cibo per le generazioni del futuro.

Caritas sostiene che la Carta sarebbe stato un documento più efficace nel mobilitare il mondo contro la fame se avesse incluso un appello a mettere a fuoco i problemi che riguardano direttamente le persone che soffrono la fame, soprattutto nei paesi a basso reddito. Queste questioni includono ad esempio la speculazione finanziaria, l’accaparramento delle terre, la diffusione degli Ogm e la perdita di biodiversità.

Papa Francesco ha messo in luce l’impatto del grande business, degli Ogm, dello spreco e del consumismo sulla fame nella sua enciclica “Laudato si’”, richiamando ogni persona sul pianeta a prendersi cura della Terra e ad assicurarsi che i suoi frutti siano destinati a tutti.

«Il cibo è un diritto umano fondamentale non garantito per milioni di persone – ha detto Michel Roy -. Gli sforzi per risolvere il problema della fame nel mondo devono basarsi sulla volontà di aggiustare strutture economiche e sociali ingiuste. L’enciclica di Papa Francesco ci invita a cambiare il modello; la Carta di Milano no perché non sembra affrontare il ruolo fondamentale che la mancanza di giustizia svolge nel mantenere viva in molti paesi la fame. Riflette le vedute di paesi ricchi piuttosto che rappresentare i poveri del mondo».

«La Carta di Milano, riconoscendo il diritto al cibo come diritto fondamentale, ha avuto senza dubbio il merito di aver posto all’attenzione del dibattito pubblico il tema vero di Expo Milano 2015, la lotta alla fame, tema che la Chiesa stessa, con la sua partecipazione all’esposizione lungo tutto questo semestre ha ribadito con molteplici iniziative: l’opera di divulgazione nel Padiglione della Santa Sede e all’Edicola Caritas, i convegni, le iniziative speciali dal Refettorio Ambrosiano alla Mensa dei Popoli. Tuttavia la Carta è ancora un documento insufficiente. Benché siamo stati chiamati a partecipare alla sua stesura, dobbiamo constatare che il risultato non ha tenuto conto dei nostri suggerimenti, probabilmente per salvaguardare certi equilibri. Tuttavia la Carta è stato uno strumento che utile a sensibilizzare i cittadini sul tema. Come strumento di lotta alla fame lo consideriamo un punto di partenza», ha detto Luciano Gualzetti, vicedirettore di Caritas Ambrosiana e vicecommissario del Padiglione della Santa Sede.

Un rapporto di Caritas Internationalis spiega come le tre cause principali dell’insicurezza alimentare siano la mancanza di risorse come la terra, i semi, i prestiti, l’accesso ai mercati per i piccoli agricoltori, una bassa produttività agricola e l’impatto del cambiamento climatico. Secondo lo studio, il miglior modo per sconfiggere la fame a livello mondiale sarebbe aiutare i piccoli agricoltori, soprattutto nel tentativo di adattarsi al cambiamento climatico.

La campagna di Caritas per mettere fine alla fame nel mondo, “Una Sola Famiglia, Cibo per Tutti”, terminerà quest’anno con una veglia mondiale il 10 dicembre. «Benché la campagna sia al termine, la veglia mondiale sarà una dichiarazione per mantenere la solidarietà con i fratelli e le sorelle nel mondo che lottano per avere abbastanza da mangiare», ha detto Martina Liebsch di Caritas Internationalis. «Invitiamo le comunità locali di tutto il mondo a unirsi a noi in preghiera per mettere fine a sovrastrutture ingiuste e per mettere fine allo scandalo della fame».

Diario di Expo del 14 ottobre – Il banchetto di Babele, racconti di giovani profughe

14 Ottobre 2015 di fabio pizzul

Giovani donne rifugiate raccontano il loro viaggio in Italia dall’Africa nera, dall’Ucraina, dalla Serbia. Accanto a loro cuoche professioniste del Faro di Susanna Agnelli prepareranno un banchetto in cui il cibo si farà strumento di dialogo e integrazione.
Accadrà sabato 17 ottobre, alle ore 19.30 e alle ore 20.30, presso The Waterstone, lo spazio espositivo di Intesa Sanpaolo a Expo.
La performance porta come titolo “Il banchetto di Babele – il cibo che unisce le culture del mondo”.
Le allieve del corso di cucina professionale della Fondazione Il Faro a Roma prepareranno un banchetto virtuale in cui il cibo, testimone delle speranze e dei ricordi, invitera? gli ospiti ad assaporare le culture di tutto il mondo accompagnate dai racconti di giovani donne che hanno vissuto il dramma della fuga dalla loro patria per raggiungere una terra straniera.
La regia della performance e? curata da Artigiani Digitali, un progetto di comunicazione “sensibile” ideato da Laura Di Pietro e Paolo Damiani.
La duplice rappresentazione sarà seguita in live twitting sul profilo @IlFaro_Agnelli con l’hastag #ilbanchettodibabele

Diario di Expo del 13 ottobre – Milano protagonista delle “Urban food policies”

13 Ottobre 2015 di fabio pizzul

Cento sindaci provenienti dalle città di tutto il mondo firmano un patto per rendere le politiche alimentari urbane più sostenibili.
L’appuntamento è per giovedì 15 ottobre presso la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale.
Interverranno, tra gli altri, i sindaci di Mosca, Dakar, Barcellona, Atene, Astana, Belo Horizonte, Bruxelles e Dubai. Molti anche gli ospiti istituzionali, dal Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina a Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, a Josè Graziano Da Silva, Direttore Generale della FAO.
Farà gli onori di casa il Primo Cittadino milanese, Giuliano Pisapia, che nel febbraio del 2014 aveva lanciato l’idea del Milan Urban Food Policy Pact.
Quattro i principi che lo ispirano:

• garantire a tutti cibo sano
• promuovere la sostenibilità del sistema alimentare
• educare alla sana alimentazione
• ridurre gli sprechi

Da allora cinquanta città hanno lavorato alla stesura del documento, altre cinquanta hanno, nel tempo, aderito all’iniziativa fino a raggiungere la quota attuale: giovedì a Palazzo Reale 100 Sindaci firmeranno la carta che venerdì 16 ottobre, durante la Giornata mondiale dell’Alimentazione, verrà consegnata nelle mani del Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon nella sede di Expo Milano 2015.

Qui di seguito il programma della giornata

14.30: intervento di Giuliano Pisapia e Giuseppe Guzzetti, Presidente di Fondazione Cariplo.
14.45: video messaggio di Sua Altezza Reale il Principe del Galles, interventi di Oliver de Schutter, copresidente del Comitato Internazionale di Esperti sui sistemi alimentari sostenibili e relatore speciale delle Nazioni Unite per il diritto al cibo, dal 2008 al 2014 e Tim Lang, professore di Food Policy alla City University London.
15.10: “Milan Urban Food Policy Pact: Local Solutions for Global Issues”, con gli interventi di Ada Colau, sindaco di Barcellona, Khalifa Sall, sindaco di Dakar, Sergey Sobyanin, sindaco di Mosca, Ahamed Jamaldeen Mohamed Muzammil, sindaco di Colombo.
15.40: inizio della cerimonia per la firma del Milan Urban Food Policy Pact, in cui interverranno: Josè Graziano de Silva, Direttore Generale della FAO, Markku Markkula, presidente del Comitato delle Regioni dell’Unione Europea, Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole e Forestali, Piero Fassino, Sindaco di Torino e Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Giuliano Pisapia introdurrà il momento della firma del patto dei sindaci.
Pausa
16.30: Dibattito dei Sindaci, con interventi dei Sindaci presenti o dei delegati delle città.
18.30: interventi di Neven Mimica, Commissario europeo per la cooperazione internazionale e lo sviluppo, Vytenis Andriukaitis, Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, Ann Tutwiler, presidente di Biodiversity International, Carlo Petrini, presidente di Slow Food International, Roberta Sonnino, docente di politiche ambientali e pianificazione, direttore di ricerca del Centre for Urban and Regional Food Systems at the Cardiff University.
19.15: conclusione dei lavori.

Il testo e altri materiali del Milano food policy pact

Diario di Expo del 12 ottobre – World Food Day, contro la povertà rurale

12 Ottobre 2015 di fabio pizzul

Si fanno spesso tanti discorsi sull’importanza dell’agricoltura, sulla necessità di promuovere le coltivazioni biologiche o il chilometro zero. L’agricoltura diventa spesso occasione di confronto o dibattito anche in salotti più o meno raffinati.
Ci dimentichiamo però come l’agricoltura in molte parti del mondo è attività di pura sussistenza ed ha a che fare con la povertà più che con la ricerca di cibi gustosi e sfiziosi.
La povertà rurale è una vera e propria piaga planetaria che rischia di sparire di fronte agli interessi delle grandi multinazionali o all’indifferenza di chi non ha problemi nel procacciarsi il cibo necessario.
E’ per questo importante che, nel 70° anniversario della FAO, il World Food Day, iniziato nel 1979, sia dedicato alla povertà delle aree rurali e dei contadini che lì vivono.
La Giornata mondiale dell’alimentazione 2015 giunge dopo il Vertice di settembre 2015 e prima della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP21), offrendo un’occasione unica per mandare un messaggio forte sull’Agenda di sviluppo sostenibile 2030 e per rilanciare la sfida per l’eliminazione sostenibile di fame e povertà nei prossimi 15 anni.
La cerimonia ufficiale del World Food Day commemorerà il 70° anniversario della FAO e sarà dedicata al tema “Protezione sociale e agricoltura per spezzare il ciclo della povertà rurale” in stretto legame con il tema dell’ONU per Expo 2015 “Sfida Fame Zero • Uniti per un mondo sostenibile”.
Proprio Expo venerdì 16 ottobre ospiterà le cerimonie ufficiali del World Food Day.
A sottolineare l’importanza dell’evento, saranno presenti il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Interverranno inoltre José Graziano da Silva (Direttore Generale della FAO), Paolo Gentiloni (Ministro italiano degli Affari Esteri), Maurizio Martina (Ministro italiano delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali), Kanayo F. Nwanze (Presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo – IFAD), Ertharin Cousin (Direttrice Esecutiva del Programma Alimentare Mondiale – PAM) e Giuliano Pisapia (Sindaco di Milano).