Volano gli stracci in casa PDL.
E meno male che hanno vinto le elezioni.
Nel frattempo, il confermato presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni vara la sua Giunta.
Se a Roma si litiga a muso duro, in Lombardia sembra che fili tutto liscio e la “pax formigoniana” pare trionfare su tutta la linea.
La Lega ha avuto i suoi assessorati con un rimescolamento di deleghe e assessori, le diverse anime del Popolo della Libertà incamerano più o meno le nomine preventivate.
Che cosa si può dire?
Anzitutto è doveroso un augurio di buon lavoro alla Giunta che rimane però sostanzialmente maschile. L’unico assessore donna è Monica Rizzi (Lega), alla faccia del riequilibrio tra i generi che lo Statuto della Regione (art. 11 – parla di democrazia paritaria tra uomo e donna!) solennemente proclamava e che lo stesso Formigoni pomposamente ha sottolineato presentando la sua Giunta.
In secondo luogo è bene sottolineare come l’equilibrio tra PDL e Lega in Lombardia è tutto da verificare. Le stesse dure parole di Bossi a commento dei fatti della direzione nazionale PDL non sembrano essere un viatico per un cammino senza ostacoli. La Lega vuole il federalismo (o la secessione, come si legge ancora nel suo Statuto?) e Formigoni dovrà dare segnali concreti e tangibili per non rimanere indietro su questo fronto rispetto ai suoi colleghi di Piemonte e Veneto. La Lega vuole anche contare nei cda, anche qui Bossi, parlando di banche, è stato esplicito.
Riuscirà questa fame della Lega ad essere compatibile con l’equilibrio di potere fin qui gestito e garantito da Formigoni in Lombardia?
L’abilità del Governatore non si discute, ma il rompicapo potrebbe essere di difficile soluzione.
Significative anche alcune scelte per i sottosegretari. Paolo Alli, fedelissimo di Formigoni, acquisisce la delega all’Expo, chiara testimonianza di quanto il presidente intenda presidiare l’evento. L’ex assessore alla cultura Massimo Zanello porta a casa la delega al cinema, manco fossimo a Hollywood!
Non mi esimo dal guardare anche in casa dell’opposizione.
Nei prossimi giorni il PD sceglierà il suo capogruppo in Consiglio Regionale e il suo compito non sarà facile. Per evitare l’afasia e l’insignificanza dovrà fronteggiare lo strapotere comunicativo di un Formigoni che non si nega nulla in termini di comunicazione.
Saranno cinque anni duri, anche perché gli spazi concessi all’opposizione e al Consiglio più in generale sono davvero ridotti al lumicino. Il rischio è che tutti sappiano chi è il Presidente della Regione e che cosa fa, ma non sappiano assolutamente nulla di quello che fanno Consiglio e opposizione.
Ma ecco l’elenco dei 16 assessori di cui cinque vanno alla Lega, due agli ex An e il resto provenienti dalla ex Forza Italia.
Gli assessori leghisti saranno Giulio De Capitani all’Agricoltura, Luciano Bresciani alla Sanità e Monica Rizzi
allo Sport, Daniele Belotti al Territorio e Urbanistica e Andrea Gibelli all’Industria e Artigianato nonché vicepresidente regionale. I due assessori provenienti dalla ex An sono Romano La Russa, alla Protezione civile Polizia locale e Sicurezza, Carlo Maccari alla Semplificazione e digitalizzazione. Gli altri assessori provenienti dalla ex Forza Italia sono Marcello Raimondi all’Ambiente, Energia e Reti, Romano Colozzi al Bilancio, Finanze e Rapporti istituzionali, Domenico Zambetti alla Casa, Stefano Maullu al Commercio, Turismo e Servizi, Massimo Buscemi alla Cultura e Giovani, Giulio Boscagli alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale, Raffaele Cattaneo alle Infrastrutture e Mobilità, Gianni Rossoni alla Istruzione, Formazione e Lavoro e Alessandro Colucci ai Sistemi verdi e Paesaggio.
Quattro i sottosegretari: Paolo Alli all’Attuazione del programma e all’Expo 2015, Francesco Magnano all’Attrattività e Promozione del territorio, Massimo Zanello al Cinema e Alberto Cavalli all’Università e Ricerca.