Ieri ho avuto la fortuna di partecipare, presso Sala Alessi di Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, alla celebrazione dei 20 anni del Giardino dei Giusti. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un spazio allestito nel 2003 sulle balze del Monte Stella (la montagnetta di San Siro) per ricordare coloro che si sono distinti nella difesa dei perseguitati durante i genocidi del XX secolo. L’idea nasce dal Memoriale della Shoà, lo Yad Vashem di Gerusalemme: nel 2003 furono piantati i primi tre alberi e anno dopo anno il giardino si è arricchito di piante e cippi e consente oggi un vero viaggio nella memoria dei Giusti.
Il Giardino dei Giusti è stato promosso e viene custodito da Gariwo (acronimo di Gardens of the Righteous Worldwide), un’associazione senza scopo di lucro fondata da Gabriele Nissim in collaborazione con il Console onorario d’Armenia in Italia Pietro Kuciukian e le filosofe Ulianova Radice, scomparsa nel 2018, e Anna Maria Samuelli, Responsabile della Commissione didattica.
Dall’idea originaria che ha dato vita al Giardino dei Giusti di Milano sono nati negli anni oltre 100 giardini in Italia e in varie parti del mondo. Sono, come si legge sul sito di Gariwo, “luoghi di memoria, ma anche di incontro e di dialogo, in cui organizzare iniziative rivolte a studenti e cittadini per mantenere vivi gli esempi dei Giusti non solo in occasione della dedica dei nuovi alberi, ma durante tutto l’anno”.
A partire dall’impegno di Gariwo, il Parlamento Europeo nel 2012 ha stabilito che il 6 marzo di ogni anno sia la Giornata dei Giusti dell’umanità, riconosciuta anche da una legge approvata dal Parlamento italiano nel 2017.
Il ventesimo compleanno del Giardino è stato festeggiato con un concerto di Gaetano Liguori, Ani Martirosyan e Gianpietro Marazza e Luca Garlaschelli della Klezband che hanno proposto musiche di tradizione armena, klezmer e composte appositamente, negli anni, per la memoria dei Giusti.
Se non l’avete mai fatta, vi consiglio una passeggiata al Giardino dei Giusti, sul lato del Monte Stella appena sopra il Centro sportivo XXV Aprile a Milano, vi regalerete un momento di riflessione scoprendo come anche nei periodi più bui della storia contemporanea, qualcuno ha saputo tenere accesa la piccola luce del bene, che trova poi sempre il modo di diffondersi.