Tra tre anni saremo alla vigilia della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi MilanoCortina2026, ma saremo pronti? Quale volto offriranno le nostre Alpi e quale impatto avranno avuto le opere che dovranno consentire di raggiungere le piste di gara e accogliere appassionati e turisti che ci auguriamo molto numerosi? I ritardi accumulati nei tre anni che ci separano ormai dall’aggiudicazione dei giochi non fanno ben sperare riguardo la possibilità di avere la giusta attenzione all’impatto ambientale e territoriale delle opere. Quando si lavora in emergenza, il rischio è che la sostenibilità finisca in secondo piano con spiacevoli e pesanti conseguenze per i territori.
Uno dei punti vincenti della candidatura di Milano e Cortina è stata propria la sostenibilità dei giochi, considerata dal Comitato Olimpico Internazionale come una delle caratteristiche fondamentali della nuova stagione olimpica. In diverse occasioni, ho registrato numerose preoccupazioni sui territori interessati dalle opere viabilistiche connesse ai Giochi. Anche associazioni di protezione ambientale hanno espresso la loro forte preoccupazione per l’impatto ambientale che rischia di essere provocato dalle opere previste per le Olimpiadi, richiedendo, senza ottenere risposta, che venga redatto dal Ministero competente, un Piano unitario e il relativo Rapporto Ambientale riguardanti le opere e gli interventi per le Olimpiadi Invernali. La valutazione non dovrebbe essere limitata alla realizzazione delle opere (impianti, attrezzature sportive, trasporti, ecc.), ma estesa alla considerazione delle variazioni di uso del suolo e alle dinamiche del carico insediativo di un territorio molto fragile, tutelato dalla Convenzione delle Alpi. Non si può neppure dimenticare che una parte delle gare si svolgerà all’interno del territorio Dolomiti UNESCO che è “Patrimonio dell’Umanità”.
Per questo il gruppo regionale PD ha proposto la costituzione di un Osservatorio indipendente che tenga monitorata, con relazioni periodiche inoltrate anche al Consiglio Regionale, la situazione del consumo di suolo e più in generale dell’impatto ambientale delle infrastrutture olimpiche. L’idea non è certo quella di porre ostacoli o di causare ulteriori ritardi nella realizzazione delle opere, quanto piuttosto di vigilare sull’effettivo rispetto di quanto previsto a livello progettuale e promesso nel dossier della candidatura, ovvero “l’obiettivo di zero consumo di suolo e di compensare completamente le emissioni di anidride carbonica”.
L’ordine del giorno al bilancio che conteneva la proposta è stato approvato e rappresenta ora un invito preciso alla Giunta regionale che speriamo possa dare il via al progetto già prima della fine della presente legislatura e affidarne il completamento a chi guiderà la regione nella prossima che inizierà con le elezioni del 12 e 13 febbraio.
Il testo dell’ordine del giorno sull’osservatorio consumo di suolo per le Olimpiadi