Parco dello Stelvio, un tesoro abbandonato e bistrattato dalla Giunta lombarda

22 Dicembre 2022 di fabio pizzul

In tre anni siamo al terzo direttore che lascia, con opere per milioni di euro in agenda nemmeno avviate, o quasi. Vengono spostati di bilancio in bilancio soldi non spesi per progetti del parco, finanziati dal Ministero e dal Fondo comuni confinanti: molte sono opere strutturali e per conservazione della natura sulla base di progetti che risalgono anche a più di cinque anni fa. Il Parco Nazionale dello Stelvio è abbandonato a se stesso proprio nel momento in cui, in vista delle Olimpiadi MilanoCortina 2026, dovrebbe essere uno dei valori aggiunti della Lombardia.

L’attuale direttore indicato dalla Giunta regionale, Andrea Zaccone si è dimesso dall’incarico, dopo meno di un anno, visto che era entrato in carica a fine gennaio 2022. Evidentemente, Zaccone si è reso conto che la gestione di un ente complesso come il Parco, con appalti che non avanzano, difficoltà di rapporti con gli enti locali e altri problemi, non consente una presenza a Bormio imitata a un paio di giorni alla settimana.
I fatti dicono che sarebbe necessaria una presenza costante in Alta Valle e ci vorrebbe anche una persona che conosca il territorio e la governance di un parco nazionale, elementi che non compaiono nell’avviso di selezione interna che la Giunta ha pubblicato per la sostituzione del direttore dimissionario. Per rendere appetibile la posizione, sarebbe anche utile anche risolvere il tema dell’alloggio del funzionario in Alta Valle, dato che gli affitti a Bormio e dintorni hanno costi proibitivi.
Ma torniamo all’avviso interno pubblicato dalla Giunta regionale: la selezione è riservata al personale di Giunta, Polis (l’ente di studi e ricerca della regione), Arpa (l’agenzia regionale per l’ambiente) ed Ersaf (l’ente regionale per l’agricoltura e le foreste), non è neppure aperto all’intero comparto regionale, che includerebbe, ad esempio, i direttori degli altri parchi. Una limitazione che non pare né logica né, probabilmente, legittima e su questo interrogheremo formalmente la Giunta.
Come se non bastasse, il Parco Nazionale dello Stelvio subisce anche gli effetti di una legge regionale del 2015 che rappresenta, nei fatti, un arretramento rispetto a quanto previsto dalla precedente norma del 1991: i poteri di controllo di ERSAF sono molto ridotti e tutto è in capo al direttore del parco in accordo diretto con l’assessore regionale. Un meccanismo che ha portato, nei fatti, al blocco delle attività del parco che fatica anche a relazionarsi con gli enti locali del territorio.
Quello che non possiamo che definire un tesoro per la Lombardia e l’intero arco alpino, mentre ci si prepara alle Olimpiadi 2026, è in preoccupante stato di crisi e abbandono e questo non rassicura anche riguardo alla necessità di vigilare sugli impatti ambientali delle stesse opere olimpiche e delle possibili speculazioni legate all’evento. Oltre al patrimonio naturale, l’Alta Valle e il Parco possono contare su altre risorse straordinarie come la strada dello Stelvio, quella del Gavia o quelle che portano ai laghi di Cancano o ai Forni che vengono valorizzate solo in occasione del passaggio del Giro d’Italia e potrebbero essere valorizzate in modo molto più brillante. Insomma, anche sul fronte del Parco dello Stelvio, l’attuale giunta regionale ha mostrato tutta la sua inadeguatezza.

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