Il mio addio al Pirellone

21 Dicembre 2022 di fabio pizzul

Non suoni come un patetico “addio monti” in chiave minore e prosaica, ma dopo quasi 13 anni passati al Pirellone, oggi ho partecipato per l’ultima volta a una seduta di Consiglio regionale. In maniera irrituale e inaspettata, visto che la seduta è durata meno del previsto, c’è stato spazio per qualche intervento di fine legislatura all’insegna dei ringraziamenti.
Vi propongo qui di seguito il testo di quanto ho detto oggi in aula sulla legislatura che si sta concludendo.

Cinque anni complicati, durante i quali non ci siamo fatti mancare nulla: abbiamo iniziato con la crisi finanziaria, abbiamo affrontato la pandemia e siamo arrivati alla guerra, ricorderò l’intervento del presidente Zelensky come uno dei momenti più forti e drammatici di questa legislatura.

Cinque anni che probabilmente non sono bastati a ciascuno di noi per portare a termine quello che si era prefisso, i progetti che aveva immaginato, forse anche le promesse con cui si era presentato di fronte agli elettori.

Cinque anni che ci hanno fatto crescere nella conoscenza reciproca e, credo, anche nell’apprezzamento, al di là delle diverse posizioni, spesso manifestate anche in modo brusco e colorito.

Abbiamo provato a portare in quest’aula le esigenze, i problemi e spero anche i sogni dei cittadini lombardi, ci siamo confrontati, abbiamo rappresentato, mi pare, con onore e disciplina questa istituzione che rimane garanzia e presidio di democrazia per chiunque vive in Lombardia. Il servizio dovrebbe essere la cifra dell’impegno di chi siede su questi banchi, lo ricordava anche ieri il metropolita della Lombardia mons. Delpini nella sua omelia proprio qui al Pirellone.

Consentitemi di finire questo mio breve intervento con una citazione che ci riporta con i piedi per terra con un po’ di ironia, quella che caratterizzava il grande Giorgio Gaber che nel 1994, in “Destra e sinistra” cantava:

Tutti noi ce la prendiamo con la storia
Ma io dico che la colpa è nostra
È evidente che la gente è poco seria
Quando parla di sinistra o destra

(Gaber, Destra e sinistra, 1994)

In quest’aula ci si dovrebbe preoccupare un po’ meno di dire chi è più di destra o più di sinistra e provare a non prendersela con la storia ma a scriverla, da destra e da sinistra, pensando a come in questo grande territorio che è la Lombardia si possa vivere sperando e costruendo un futuro migliore per tutti, magari con qualche sorriso in più e prendendosi talvolta un po’ meno sul serio. Grazie a tutti, ma proprio tutti, e buon futuro.

3 commenti su “Il mio addio al Pirellone

  1. Luigi Massari

    Un commiato elegante, grazie per l’impegno svolto in questi anni.
    Ma è proprio un “fine delle trasmissioni”?

    Replica
  2. Roberto

    Buongiorno la ringrazio per l’impegno verso i Lombardi in tutti questi anni. Purtroppo la sua grande intelligenza, il suo modo pacato e rispettoso di tutti non le hanno consentito di emergere in un partito pieno di contese. Continuero’ a seguirla anche in radio se possibile. Tanti Auguri di Buon Natale

    Replica
  3. Giuseppe Giorgetti

    Caro Fabio, perchè addio?.
    Una persona, limpida, corretta, coerente portata al servizio! Mi faccio una domanda semplice, ma ricca di significato: perche’ dice addio? Quale le motivazioni? Spero che non siano politiche?
    Comunque la mia testimonianza è semplicemente di gratitudine e spero di leggerti anche dopo il 12 Febbraio pv

    Grazie di cuore e buon FUTURO CIAO

    Replica

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *