Qualcuno dovrà spiegarmi perché siamo arrivati al 10 novembre senza avere la minima idea di come il PD e le poche altre forze che, per ora, gli sono rimaste accanto in Lombardia (Sinistra Italiana, Verdi e +Europa) affronteranno l’imminente appuntamento con le elezioni regionali. Da anni (almeno due) si è detto che era necessario prepararsi per tempo. Così non è stato e la responsabilità è della classe dirigente del Partito Democratico, nelle cui fila ci sono anch’io, come capogruppo in Consiglio regionale.
Ci siamo dati continue scadenze per la definizione del metodo e del percorso, ma si sono tutte rivelate dei “penultimatum”. Ora si è alla ricerca del candidato che risolve ogni problema, dopo aver ricevuto vari dinieghi, credo però si debba una risposta a una domanda fondamentale: il PD vuole utilizzare le elezioni regionali per tentare di sopravvivere e non perdere troppi suoi elettori o intende provare davvero a vincere le elezioni e a governare la Lombardia?
Da mesi stiamo raccontando che la regione è contendibile e la conferma di Attilio Fontana come candidato, cui faccio il mio personale “in bocca al lupo”, offre ottime condizioni per poter insidiare lo strapotere di una Lega che occupa da anni il potere con uno stile a dir poco clientelare e sarà trascinata sempre più a destra.
Cosa si fa ora per tentare di vincere?
Sono sempre stato un fautore delle primarie, ma ora credo avrebbero il sapore di una uscita d’emergenza da una situazione che ci vede senza una proposta valida per vincere in Lombardia.
Oltre a quello di Fontana, c’è un altro nome in campo, Letizia Moratti, che ha detto di mettersi a disposizione per un percorso alternativo a chi ha guidato la regione negli ultimi anni. Il Terzo Polo, che fino a qualche ora prima sembrava vicino a un accordo con il PD, ha deciso di appoggiare l’ex vicepresidente. Nel PD c’è stata una levata di scudi di fronte all’ipotesi di un sostegno a Moratti in nome della sua storia di centrodestra e del ruolo che ha avuto fino a dieci giorni fa nella Giunta Fontana. Altri sostengono che non sia possibile cedere a quello che considerano un ricatto di Calenda e Renzi in Lombardia.
Scusate, ma io credo che ci sia un’altra strada possibile, a meno che non si voglia utilizzare subito l’uscita di emergenza di primarie interne al PD che rischierebbero di servire solo a posizionarsi nel partito, quella di sedersi al tavolo con Letizia Moratti e verificare la sua disponibilità politica e programmatica a costruire un’alternativa alla Lombardia che abbiamo conosciuto in questi anni. Con la consapevolezza che la strada è in salita, penso che il confronto sia sempre possibile sulle idee e non debba partire da veti sulle persone. Credo però che sia il momento di scegliere davvero come guardare alle imminenti elezioni. Lo si può fare in pochi giorni, rispettando la scadenza del 20 novembre indicata dall’Assemblea regionale PD.
Se non si giungerà a un accordo, a questo punto, viva le primarie!
L’importante è che il PD sia davvero protagonista di un cammino che porti alla guida di Regione Lombardia.
P.S.
Sono a disposizione con entusiasmo di qualsiasi percorso verrà scelto, a partire dalle primarie, ma mi pareva necessario esprimermi con franchezza, a partire dal mio osservatorio particolare di capogruppo in regione da dove in questi anni ho visto il progressivo e drammatico impoverimento della capacità di governo: la Lombardia non può permettersi altri cinque anni di governo Fontana. Serve un cambio netto alla guida della regione e per questo bisogna vincere le elezioni.
Dopo giorni di chiacchiere inutili finalmente un ragionamento serio e convincente.
Adesso, però, senza ulteriori indugi, bisogna avere il coraggio di incontrare la Moratti.
Costi quel che costi.
Scusa Fabio, ma mi trovo completamente in disaccordo. NON si tratta di veti sulle persone, ma purtroppo devo constatare che come classe politica regionale avete completamente sbagliato sia le strategie che il metodo. Non potete scaricare le vostre responsabilità sugli iscritti e lettori. Dovete chiedervi che cosa siete li a fare, che cosa avete fatto in questi anni di opposizione, il perchè non siete riusciti a costruire un minino di alleanze. Eppure il centro destra di errori ne ha commessi una quantità infinita. VEDI appunto la MORATTI.
ciao, quello che scrivi poteva essere un’impressione dall’esterno (come nel mio caso di privato cittadino), ma scritto da te che vivi dall’interno queste situazioni è ancor più preoccupante.
Normalmente, quando si vuol cambiare sistema, si costruisce giorno dopo giorno un percorso alternativo.
Ma, scusa, a cosa hanno pensato (ammesso che lo abbiano fatto) molti tuoi colleghi in questi anni?
Quella è la strada, non ad ogni costo
Ma quella è la strada.
Completamente d’accordo! Per sconfigge la Lega (e Salvini), con Letizia Moratti val la pena di prendere non solo un caffè ma anche un cappuccino con la brioce.
Bravo Fabio, un ragionamento semplice, lineare e chiaro! senza fronzoli, precomprensioni o pregiudizi! Trovatevi, quanto prima, e confrontatevi anche con Moratti, altrimenti la via del partito insignificante di testimonianza (pur nobile scelta, ma nel contesto attuale equivarrebbe ad un suicidio) e isolato sarebbe spalancata, con una discesa vertiginosa ed irreversibile, temo!
Mi pare che noi del PD (non sono iscritto ma simpatizzante) ci siamo fatti trascinare da quello che umilmente definisco “EGOISMO PARTITITO” e nella fattispecie nel PD “EGOISMO CORRENTIZIO IDEOLOGICO” (area cattolica o pseudocattolica contro l’area socialista e contro l’area marxista).
Dilaniati al nostro interno come facciamo atrovare unità di vedute nella ricerca dei possibili alleati.
Sono d’accordo con Fabio che le primarie ora siano l’estrema ratio. Ma proprio per quel ho espresso prima sono il modo per scontrasi al nostro interno tra le tre tipologie sopra indicate.
Mi auguro che questi steccati vengano rimossi senza per questo dare rinunciare al proprio “credo” dando il proprio contributo fattivo.
Il vero problema nel PD è questo