Un richiamo forte alla parrocchia, un’indicazione precisa sulla responsabilità nei confronti degli altri per andare oltre il “me ne frego!” e vivere il “mi impegno!”, per essere lievito e sale che non perde il suo sapore, così papa Francesco si è rivolto ai responsabili parrocchiali dei giovani di Azione Cattolica che si sono riuniti a Roma per il loro convegno nazionale. Ho avuto modo di partecipare all’incontro, non certo in quanto giovane, ma perché invitato a offrire un contributo in un convegno dedicato all’impegno civile. E’ stata un’occasione per rivedere anche tanti responsabili associativi dei decenni passati, come testimonia la foto scattata nella sala della Presidenza in via della Conciliazione con l’attuale Presidenza Nazionale e gran parte dei vice presidenti per il Settore Giovani dagli anni ’70 ad oggi.
Il Papa ha esortato i giovani a portare la vita nuova del Vangelo stando dentro alle cose di tutti i giorni e ad essere “credenti, responsabili e credibili” per andare contro la logica dell’individualismo “la chiusura nel privato o in piccoli gruppetti, la tendenza a relazionarsi “a distanza” che contagiano anche le comunità cristiane”. Per questo Francesco ha indicato all’Azione Cattolica una fraternità che non si improvvisa con slogan, emozioni o eventi, ma va costruita con un lavoro quotidiano su se stessi e con gli altri, insieme al Signore e allo Spirito che crea armonia tra le diversità. Un impegno che caratterizza da sempre l’Azione Cattolica e che il Papa ha voluto riconsegnare ai giovani chiedendo loro di rileggere e vivere quanto scritto nei numeri dal 163 al 167 dell’esortazione apostolica “Christus vivit” in un passo intitolato “percorsi di fraternità” Link.
Avendo io le stesse radici, dai primi anni ’70, in Azione Cattolica, condivido pienamente l’esortazione e i contenuti.
Ci sono sempre momenti di difficoltà, ma se la radici sono solide portano la pianta a produrre buoni frutti.
In questo periodo in cui le parrocchie milanesi si trovano a dover affrontare situazioni che trovano impreparate molte persone, è giusto interrogarsi e guardare al futuro anche se, talvolta per ragioni anagrafiche od affettive, si tende a guardare solo al passato.
Dal passato dobbiamo tenere tutte le esperienze che ci hanno portato fin qui, e proseguire sul cammino costruttivo giorno per giorno insieme agli altri.