L’assestamento di bilancio, l’ultimo di questa XI legislatura, è la fotografia di una regione in affanno.
L’origine di tutti i problemi e delle difficoltà che questo bilancio certifica è la legge 9 del 2020, il cosiddetto piano Marshall, che avrebbe dovuto far ripartire l’economia lombarda dopo la prima ondata Covid. Questo ho detto oggi nell’aula del Consiglio regionale per sottolineare come questa Giunta sia veramente a fine corsa.
La realtà è stata molto diversa ed è quella di una regione che distribuisce fondi a pioggia e non è più in grado di fare autentica programmazione di spesa.
Non c’è una visione politica e questo fa sì che la Lombardia abbia perso gran parte del suo slancio su temi fondamentali come il trasporto (il disastro della circolazione ferroviaria di questi giorni non è casuale), l’emergenza ambientale (la carenza d’acqua è lì a dimostrarlo), la casa, l’assenza di politiche industriali, la sanità per cui manca un vero piano di sviluppo dell’offerta sociosanitaria territoriale.
Visto che non si è in grado di proporre reali politiche, ci si rifugia in tematiche identitarie e si rispolvera il mai dimenticato populismo.
La scelta di fare cadere il governo Draghi è la testimonianza chiara di come da parte di Lega e Forza Italia si siano voltate le spalle ai cittadini e alle imprese lombarde che tanto si attendevano dai provvedimenti del governo che ha interrotto il suo cammino. Evidentemente, quando si vedono risolvere i problemi, ci si sente mancare il terreno sotto i piedi e si torna al populismo che è la causa dei mali che ci affliggono e non certo la soluzione. Senza capacità di visione e programmazione, il populismo è l’unica strada conosciuta e praticabile.
Distribuire fondi a pioggia come è stato fatto in questi anni è una sorta di populismo istituzionale che ha fiaccato la capacità di programmazione delle stesse strutture regionali.
In tutto questo, la giunta Fontana si è dimenticata delle famiglie; ha scommesso su rotonde, marciapiedi e asfaltature pensando che così si sarebbe risolta la crisi economica, ma alle famiglie è rimasta l’inflazione, il caro bollette e la difficoltà ad arrivare alla fine del mese. E l’autunno si annuncia ancora più pesante.
Per questo come PD sfidiamo la giunta con 5 proposte concrete per fare arrivare immediatamente più soldi nelle tasche delle famiglie lombarde: libri gratis per famiglie con ISEE fino al 25.000 euro, un mese gratis per ospiti RSA, sostegno micro e piccole imprese per costi energia, sostegni a piscine (oasi per chi resta in città) per costi energia, abbonamento mezzi pubblici regionali a 5 euro per i mesi di agosto, settembre e ottobre. Proposte concrete per far sì che famiglie abbiano subito qualche soldo in più.
Lodevoli iniziative, anche se il riferimento ISEE lo troverei oggetto di discussione : l’evasione fiscale di tanti porta al risultato spesso di un valore basso ISEE che agevola in tanti casi falsi poveri… Chi onestamente va avanti, a volte è spettatore di incredibili ingiustizie (a noi è capitato per le rette di nido, scuola, tasse universitarie) – i furbi cosiddetti, con avvallo di commercialisti ben pagati, passano sempre avanti ; ci vorrebbe più onestà, senso civico e correttezza da parte di tutti e gli ordini professionali dovrebbero essere i primi a moraluzzare i loro iscritti – grazie
Verissimo, ma non sarebbe giusto neppure offrire agevolazioni generalizzate anche per famiglie con ampia disponibilità economica.
Programmare significa avere la capacità di una visione, a breve, medio e lungo termine.
Ma ho l’impressione (quasi) generale, ed in particolare per i partiti che governano la Regione (i fatti degli ultimi giorni lo dimostrano) che per programmazione intendano: distribuzioni per le elezioni a breve e medio termine; il “lungo” pare non esistere, in quanto dovrà diventare a breve termine per la successiva legislatura! (in caso di vittoria, naturalmente).
Commento che coglie nel segno: l’assessore Caparini nella sua replica ha affermato che erogare fondi è fare programmazione.
Quello che manca è proprio la visione.