Venerdì scorso, nell’ambito delle manifestazioni legate al Festival del New European Bauhaus, la nuova iniziativa europea per confrontarsi e dare forma a un futuro sostenibile, inclusivo e bello., ho avuto modo di fare visita, all’interno del carcere di Bollate, alle realizzazioni di SportinACTS, un progetto che il Politecnico di Milano ha dedicato allo sport in carcere.
Vincitore del “Polisocial Award 2019 for Sport and social inclusion” in collaborazione con gli istituti di pena milanesi, il progetto prevede di dotare le carceri di campi di gioco e piccole installazioni per favorire l’attività fisica e sportiva dei detenuti.
Guidato dal professor Andrea Di Franco, il team del Politecnico ha realizzato molti piccoli interventi nelle case di reclusione milanesi, e soprattutto a Bollate, per creare occasioni di movimento, di socialità e di progressivo reinserimento sociale.
Nei diversi reparti del secondo carcere milanese, i tecnici del Politecnico hanno realizzato tanti piccoli luoghi per lo sport, da un campo di pallavolo a un campo di basket 3contro3 con un fondo completamente rinnovato, da angoli per l’allenamento con elastici a corridoi con la numerazione dei passi.
Grazie ad alcuni sponsor tecnici che si sono lasciati coinvolgere nel progetto, “SportinACTS” ha installato strutture leggere con l’idea di monitorarne l’effettivo utilizzo per costruire poi dei protocolli per favorire l’attività fisica e sociale in carcere.
L’intervento più significativo, anche dal punto di vista simbolico. Ha portato alla creazione di due portali all’interno del muro che divideva due aree di passeggio per i detenuti per dare vita a un anello di allenamento lungo circa 125 metri. Lungo il percorso è stata posata una pista in materiale tecnico che consentirà sessioni di allenamento di corsa, camminata veloce o marcia. Le aziende che hanno fornito il materiale e curato la posa hanno coinvolto anche alcuni detenuti che hanno realizzato un vero e proprio stage professionale e ora, visto che hanno il permesso di lavorare all’esterno del carcere, potrebbero anche essere assunti da imprese collegate alle aziende che hanno collaborato al progetto.
Ho molto apprezzato il progetto “SportinACT” e credo che creare le condizioni per un investimento sull’attività fisica e sportiva in carcere sia opportuno e lungimirante.
Alcuni di voi ricorderanno come anni addietro, prima della pandemia, ho promosso diverse iniziative per lo sport in carcere, sono molto contento che anche realtà importanti come Politecnico si muovano in questa direzione.
Fondamentale, in quest’ottica, la collaborazione dell’amministrazione penitenziaria, a partire dal provveditore regionale Pietro Buffa e dai direttori delle carceri milanesi e da tutti gli agenti di polizia penitenziaria che hanno aderito volentieri al progetto.
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