Regione Lombardia rischia di mettere in discussione l’accoglienza dei profughi ucraini: i parchi regionali con strutture che potrebbero tranquillamente ospitare i cittadini in fuga dalla guerra, soprattutto donne, bambini e anziani, non possono farlo perché esiste un regolamento regionale che penalizzati rispetto ai contributi regionali i parchi che dovessero accogliere profughi. La grande solerzia della Lega nel mettere ostacoli all’accoglienza rischia di giocare un brutto scherzo alla Lombardia.
La vicenda ha le sue radici qualche anno fa: novembre del 2015. Quando la Lega era ancora impegnata a difendersi da invasori di vario genere.
I primi ad accorgersi che i parchi lombardi non avrebbero potuto tendere la mano a chi scappa dalla guerra o da situazioni invivibili, erano stati i consiglieri PD bergamaschi, perché la minaccia di perdere i contributi era stata fatta al Parco dei Colli di Bergamo, il quale, in quelle settimane, aveva ospitato, in un suo edificio, per breve tempo, un piccolo gruppo di profughi, per altro su richiesta della Prefettura.
All’epoca una mozione del Pd, passata a voto segreto, aveva costretto l’allora assessora all’Ambiente Claudia Maria Terzi, leghista, oggi delegata ai Trasporti, a fare marcia indietro. Ma lei stessa non si era data per vinta e aveva dichiarato pubblicamente che in qualche modo quella limitazione sarebbe stata reinserita nelle misure regionali.
Evidentemente così è avvenuto perché, a quanto risulta, i parchi oggi non possono accogliere rifugiati senza vedere rimodulati i fondi a loro destinati.
Mi auguro che la Giunta regionale smentisca questa mia denuncia o possa al più presto modificare la direttiva così che tutte le strutture disponibili, anche quelle dei parchi regionali, possano venire utilizzate per accogliere i profughi ucraini.