Foibe ed esodo, il dovere di ricordare

10 Febbraio 2022 di fabio pizzul

Ricordare l’esodo degli istriano dalmati e la tragedia delle foibe è un dovere per l’Italia.
All’epoca, questa vicenda non venne gestita con l’attenzione che avrebbero meritato questi nostri connazionali, perseguitati dal regime titino. La memoria di quei tragici avvenimenti è stata spesso strumentalizzata e anche per questo ha faticato ad entrare in un ricordo condiviso di ciò che accadde tra il 1943 e il 1955 lungo il confine nordorientale. Anche in quelle zone non si è mai parlato volentieri di quanto è accaduto, perché il dolore e i lutti hanno lasciato segni troppo profondi, acuiti dalle dinamiche di un confine che, fino agli anni ’90 del secolo scorso, era una parte della Cortina di ferro e divideva due mondi che faticavano a parlare tra loro.
La memoria non potrà mai essere condivisa, perché i ricordi, le fatiche, il dolore e i lutti sono personali e, seppure stemperati dal tempo che passa, non devono essere rimossi e neppure piegati a irenici tentativi di riconciliazione retroattiva.
È tempo, però, di lasciarsi alle spalle strumentalizzazioni ideologiche, che sono sempre in agguato, e di trasformare il ricordo in riconciliazione tra popoli, come l’italiano, lo sloveno e il croato, che ora sono uniti nell’Unione Europea e hanno capito che il loro futuro non può essere che comune, come hanno ben testimoniato a più riprese i presidenti sloveno e italiano Pahor e Mattarella, soprattutto nel commovente omaggio alle vittime della foiba di Basovizza nel luglio del 2020.

Fino a qualche anno fa le comunità slovene, italiane e friulane faticavano molto a dialogare tra loro in quelle terre di confine; oggi il confine nei fatti non esiste e il cammino comune può portare a un dialogo che rimargina vecchie ferite e consente una riconciliazione che non cancella la memoria, ma costruisce un futuro comune.
Solo da pochi anni in Italia si può parlare con maggiore serenità di queste vicende e il merito va tutto alla legge che istituisce il Giorno del Ricordo, approvata solo nel 2004.
Per questo celebrare ogni anno il 10 febbraio è importante.

Un commento su “Foibe ed esodo, il dovere di ricordare

  1. anna maria

    Condivido il tuo post, io sono figlia di un esule che ha dedicato parte della sua vita a tenere vivo il ricordo di quanto è successo in Istria e in Dalmazia: amava la sua terra che ha dovuto abbandonare come tanti altri, ha saputo però costruire la sua vita personale e sociale in Valtellina. Non ha mai smesso di scrivere e di testimoniare la sua esperienza. Ora sto continuando io, per quanto ne sono capace, la sua opera di divulgazione, con dolore però forse con un po’ più di serenità. E’ necessario oggi seminare pace e costruire l’amicizia tra i popoli: quanto è accaduto in questa area geografica ci deve ricordare che nessuna comunità può considerarsi esente da eccessi di violenza e di terrore. Noi tutti dobbiamo fare in modo che questa non diventi il racconto di un tempo passato ripetuto dal nonno a nipoti che sono distratti da altre cose, è la nostra Storia. Bene ha fatto il Presidente Mattarella a ricordare che i nuovi semi di pace stanno dando frutto…esempio ne è l’assegnazione a Gorizia e Nuova Gorica il ruolo di capitale europea della cultura.
    Anna Maria Vesnaver

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