Pensando ad alta voce sull’elezione del PdR…

25 Gennaio 2022 di fabio pizzul

Che dire sul percorso che deve portare all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica?
Non ho titoli particolari per parlare, ma vorrei proporvi alcune riflessioni ad alta voce. Giusto per promuovere discussione e confronto.

  1. La situazione che stiamo vivendo chiede ai Grandi Elettori di scegliere quanto prima possibile. I cittadini non capirebbero il prolungarsi delle votazioni e questo verrebbe interpretato come un segnale di ulteriore lontananza dell’istituzione parlamentare e dei partiti dalla vita quotidiana delle persone.
  2. Dire che bisogna puntare su una personalità che unisca gli italiani, rappresenti al meglio il nostro Paese a livello internazionale e si ponga come custode e garante della Costituzione è cosa scontata e quasi banale, ma non mi pare che questo sia così evidente, stando almeno ai nomi che stanno circolando. Davvero qualcuno pensa che Berlusconi avrebbe potuto svolgere questo ruolo? Spero di no. E allora perché il centrodestra ha deciso di tenere bloccata ogni trattativa accettando che il nome di Berlusconi rimanesse sul tavolo fino alla vigilia della prima votazione?
  3. Quando c’è autentica volontà di trovare un accordo, ci si siede al tavolo (possibilmente riservato) con la massima apertura nei confronti degli altri; proporre terne o altre combinazioni di nomi, da una parte e dall’altra, davvero è un modo per favorire l’accordo? Comprendo che il centrodestra voglia provare a passare come colui che ha indicato il nome, per poter dire di essere uscito dalla tradizione di subire un nome del centrosinistra, ma la terna proposta questo pomeriggio (Pera, Moratti, Nordio) suona più come un tentativo di mettere in difficoltà le altre forze politiche presenti al virtuale tavolo delle trattative che come un tentativo di favorire una convergenza su un nome. A questo punto c’è da immaginarsi l’arrivo di proposte di “bandiera” anche da parte degli altri.
  4. Arrivare ad eleggere il Presidente entro le prime tre votazioni, con maggioranza qualificata, sarebbe un gran bel segnale verso tutti coloro che ci stanno osservando con attenzione e preoccupazione, dagli altri paesi europei e del resto del mondo ai mercati finanziari, ma sarebbe soprattutto indice del fatto che i partiti hanno compreso che è assolutamente necessario recuperare credibilità e autorevolezza presso gli italiani.
  5. Possiamo permetterci di perdere Mario Draghi? Credo proprio di no. Rischieremmo di perdere gran parte della credibilità accumulata in questi mesi. C’è chi sostiene che con Draghi al Quirinale comandino i cosiddetti “poteri forti” (in quel ruolo vedo, a questo punto, meno rischi che come capo del governo), ma lasciarlo a Palazzo Chigi con l’idea di azzopparlo pian piano in vista delle elezioni può essere una buona strategia? O ci resta con accordo che tutti i partiti gli esprimeranno pieno e leale sostegno, o è meglio farlo salire al colle più alto.

Spero davvero che le prossime ore, dopo lo scambio di nomi per dimostrare di avere in mano il mazzo di carte da distribuire, portino a un confronto, magari lontano dai riflettori, che consenta di arrivare avere il/la nuovo/a presidente entro questa settimana. Attendere di più non farebbe fare una belle figura al nostro Parlamento.

2 commenti su “Pensando ad alta voce sull’elezione del PdR…

  1. Francesco Biraghi

    Condivido pienamente il ragionamento fatto, altrimenti si rischia di finire a catafascio, con tutti i problemi da risolvere.

    Replica

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