I vaccini non basteranno mai!
E’ questa la triste affermazione di chi ha a che fare con la vera e propria debacle del tracciamento in Lombardia (e non solo).
Chi viene scoperto positivo con un tampone fatto in farmacia, oggi deve attendere che l’ATS gli fissi un appuntamento per un tampone che certifichi il contagio. Al momento, le ATS stanno fissando appuntamenti a distanza di una settimana o, addirittura dieci giorni, il che significa bloccare le persone nell’incertezza per giorni e giorni. Nel frattempo, i contatti stretti non vengono in alcun modo raggiunti da comunicazioni che indichino lor la necessità di mantenersi in quarantena o sottoporsi al tampone. Se questa è la situazione, a Milano e in tutta la Lombardia, quanti positivi, consapevoli o inconsapevoli, abbiamo in giro? E come pensiamo di limitare il contagio con una situazione del genere?
Ci sono, poi, sgradevoli “sorprese”.
Leggendo il Sole 24 Ore di oggi, scopriamo come i “tracciatori” del virus, che dovrebbero essere il presidio strategico più importante accanto ai vaccinatori, nell’ultimo anno sono stati dimezzati. La Lombardia pare nelle prime posizioni anche in questa sgradevole classifica.
Sole 24 Ore tracciamento 9 dic 2021
Possiamo anche correre a vaccinare tutti con il booster della terza dose o recuperare i renitenti alla prima dose, ma senza tracciamento il virus continuerà a circolare, anche perché, è bene ricordarlo, il vaccino protegge dalle forme gravi di malattia, ma non esclude la possibilità di contagio e di diffusione del virus.
In Lombardia si sta facendo davvero tutto il possibile per scongiurare una nuova ondata? Leggendo i numeri dei “tracciatori”, qualche dubbio comincia ad affiorare.
Stessi disagi per il tracciamento delle scuole, sulla base del nuovo protocollo che prevede di “tamponare” le classi per evitare di mandarle in dad. In questo caso, si scarica sulle famiglie il costo dei tamponi (rapidi o no) che possono essere richiesti direttamente dalla scuole, senza attendere che si muovano, con grande ritardo, le ATS. Per non parlare dei centri diurni per disabili che non sono neppure equiparati alle scuole e non hanno, pertanto, neppure un’ipotetica corsia preferenziale.
C’è qualcosa che non va nei dipartimenti di prevenzione.
La strategia per evitare di finire in “giallo” non può essere solo quella della corsa al vaccino (necessaria e benemerita) o dell’aumento dei posti letto per tenere basse le percentuali di occupazione.
Se si va avanti così, i vaccini non basteranno mai!
9 Dicembre 2021 di fabio pizzul
Lascia un commento