Sanità lombarda: e il Terzo Settore?

18 Novembre 2021 di fabio pizzul

La riforma della sanità lombarda proposta dalla maggioranza a trazione leghista, sottovaluta il Terzo settore. E’ fondamentale, al contrario, che diventi soggetto attivo e decisionale  del welfare. L’emergenza pandemica ha fatto emergere più che mai le diseguaglianze in  termini di salute dei cittadini, diseguaglianze già evidenziate da un’ indagine della Doxa  del 2018, che rilevava un aumento delle persone che rinunciano alle cure per l’impossibilità di pagarle. Basti pensare che la ricerca rivela che chi abita nei centri delle città vive in media 4 anni in più di chi risiede in periferia.  Diseguaglianze inaccettabili  che vanno a ledere, oltre il diritto alla salute, la coesione sociale  e hanno un impatto negativo su tutto il sistema economico.

Questo rende necessario più che mai, come  emerge anche da una ricerca condotta dall’Università Bocconi   (Community building: logiche e strumenti di management), ricostruire un sistema di welfare che garantisca  il diritto alla salute per tutti, sostegno alle fragilità e  coesione sociale.
Il sistema deve nascere dalla messa in rete delle risorse e dei progetti presenti nella comunità, risorse che devono essere tutte valorizzate e organizzate in un processo di community building. Centrale, in questo quadro, è il Terzo settore, che, di fatto, concorre ogni giorno all’offerta sociosanitaria, senza vedersi però riconosciuto  pienamente il proprio ruolo. Non servono solo le risorse; non basta destinare qualche fondo alle diverse realtà dell’associazionismo e del volontariato. E’ invece necessario inserire il Terzo settore nell’impianto organizzativo del welfare, facendolo diventare un nuovo pilastro del sistema di programmazione pubblica.  Bisogna tenere in considerazione i progetti messi in campo dal Terzo Settore e farli diventare parte strutturale del sistema.
Il consigliere regionale PD Gigi Ponti, intervenendo in aula durante il dibattito sulla riforma della sanità lombarda, ha proposto un esempio virtuoso di community building: la “Comunità della salute”, messo a punto da diverse associazioni brianzole che, nel tempo della pandemia, hanno messo in rete diverse realtà e in collaborazione con  il pubblico e  si sono adoperate per combattere le diseguaglianze di salute, aprendo ambulatori gratuiti per chi non poteva accedere alle cure  e facendo prevenzione sociale e sanitaria.
L’importanza del terzo settore è  riconosciuta da tutti, ancor di più dopo la pandemia durante la quale si è visto chiaramente quanto fosse indispensabile a un sistema che  da solo non basta a coprire i bisogni della comunità. Ci saremmo aspettati che la riforma della sanità fosse l’occasione per sancirne in ruolo di soggetto protagonista nel welfare. Ebbene, la legge in discussione in aula non affronta l’argomento e cita il Terzo Settore come erogatore di prestazioni ponendolo al pari dei soggetti della sanità profit.
Come Pd abbiamo chiesto di  rimediare all’errore e di dare al Terzo settore il ruolo di attore attivo e decisionale del welfare che gli spetta, attraverso un reale coinvolgimento nella progettazione e nella programmazione dei servizi socio-sanitari.
Il PD, per valorizzare il ruolo del Terzo Settore, ha proposto un emendamento con l’aggiunta delle seguenti parole: “, riconoscendo tra questi ultimi il peculiare ruolo degli Enti del Terzo Settore di cui all’art. 4, commi 1 e 3, del decreto legislativo 3 luglio 2017 n. 117 (Codice del Terzo Settore), nella coprogrammazione del SSR e nella coprogettazione dei pertinenti servizi relativamente all’individuazione dei bisogni da soddisfare, degli interventi a tal fine necessari, delle modalità di realizzazione degli stessi e delle risorse disponibili, nonché nel loro svolgimento in convenzione, nel rispetto del principio di sussidiarietà e in applicazione degli artt. 55-57 del D.lgs. 117/2017;“.
Speriamo davvero che le nostre proposte non cadano nel vuoto.

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