Una chiesa che non ascolta il povero è una chiesa che non sa riconoscere Dio.
I poveri sono sacramento di Dio, tanto quanto l’Eucaristia.
Sono alcuni passaggi della relazione con cui il cardinal Francesco Montenegro ha aperto il Convegno di Caritas Ambrosiana che, come vuole la tradizione, ieri ha anticipato la la Giornata dei poveri, che si celebra oggi nella diocesi di Milano, in coincidenza con la Giornata diocesana della Caritas.
Il cardinal Montenegro ha voluto poi ricordare la sue esperienza a Lampedusa, sottolineando come Dio oggi sta passando proprio da Lampedusa e il cammino dei profughi non può che essere letto in parallelo con quello del popolo di Israele nell’Esodo, alla ricerca della Terra Promessa. Su questo dobbiamo riflettere, così come, ha continuato il cardinale, sul rischio che le sale delle nostre parrocchie diventino ripostigli di cose vecchie che poi finiscono per essere gettate via; le nostre chiese, come diceva l’Abbe Pierre, dovrebbero rompere una finestra per far entrare i rumori della strada. E su quella strada ci sono soprattutto i poveri.
L’attenzione ai più poveri non può che essere definita come amore e il rischio delle nostre comunità è che deleghino l’amore a un gruppettino come la Caritas.
Riflessioni appuntite, che hanno preceduto un’interessante tavola rotonda sulla necessità di “aggiustare il mondo” che ha coinvolto la ministra della famiglia Elena Bonetti, il segretario nazionale della FIM Cisl Roberto Benaglia e il presidente delle cooperative Goel Vincenzo Linarello, coordinati di Emiliano Bos, corrispondente della RTSI, la radiotelevisione della Svizzera Italiana. Vi consiglio di ascoltare la tavola rotonda nel video che Caritas propone su youtube, unitamente alla riflessione finale sulla sinodalità proposta da priore di Bose Luciano Manicardi.
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