Le note dei tre movimenti della Primavera di Vivaldi, eseguite sotto le campate dell’ex stabilimento Falck dagli allievi del Conservatorio di Milano, hanno aperto l’annuale assemblea di Assolombarda. Una scelta non casuale, che invoca rinascita e futuro in uno dei luoghi simbolo del boom economico, da anni in preda al degrado. Proprio evocando il ricordo di Giovanni Falck, uno dei protagonisti del boom e primo presidente dell’associazione degli industriali, Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, ha iniziato il suo discorso all’Assemblea dell’associazione degli industriali che si è svolta nel suggestivo e simbolico scenario dell’ex treno laminatoio delle aree Falck di Sesto San Giovanni. Il cuore pulsante della Lombardia operaia e industriale del dopoguerra oggi è una delle più grandi aree di rigenerazione urbana d’Europa.
E proprio la parola rigenerazione è stata il leit motif dell’assemblea che ha ospitato gli interventi del sindaco di Milano Beppe Sala, del presidente della regione Fontana e del ministro dell’economia Paolo Franco.
Spada ha espresso chiaramente il suo apprezzamento per il governo Draghi a cui vanno dato tempo e sostegno necessari per attuare riforme e investimenti: sarebbe sconsiderato metterlo in discussione ora, visto che il presidente Draghi sta dimostrando fermezza e prudenza.
Il presidente di Assolombarda ha anche detto di guardare con grande favore alla responsabilità dei partiti, invitandoli ad approfittare di questa condizione di tregua per rigenerare la politica che ha bisogno di coesione sociale e senso di appartenenza.
Snocciolando i numeri della crisi pandemica, Spada ha detto con orgoglio che il sistema produttivo lombardo è rimasto in partita e non era un esito scontato solo qualche mese fa.
Il presidente di Assolombarda ha detto chiaramente che alla parte produttiva di Milano stanno a cuore alcuni obiettivi quali il nuovo centro di produzione RAI, la sede dell’agenzia dei brevetti e dell’antiriciclaggio europeo, le opere e le infrastrutture per MilanoCortina2026, anche il nuovo stadio milanese viene definito “opportunità da non perdere”.
Vero buco nero delle politiche italiane, secondo gli industriali, sono le politiche attive per il lavoro: il divario con Germania parla da solo, visto che l’Italia investe ogni anno sulla partita 4,6 miliardi di euro contro i 22,6 dei tedeschi. Tra giugno e dicembre 2021, nella sola Lombardia, le imprese avranno bisogno di assumere 130mila persone, ma non è detto che trovino persone e competenze. La sfida è la formazione professionale e tecnica di alto livello e Assolombarda vorrebbe vedere sestuplicati, e non solo raddoppiati, gli ITS entro il 2026.
Spada ha poi voluto focalizzarsi su tre parole che rappresentano altrettanti nodi da sciogliere per il sistema Italia, ovvero debito, materie prime e competenze.
Prima di concludere il suo discorso con le parole chiave del prossimo futuro, ovvero concretezza e rigenerazione, Alessandro Spada ha ribadito quali sono le infrastrutture di cui ha bisogno il Nord del nostro Paese: Malpensa, il nuovo porto di Genova, l’alta velocità da Lione a Venezia e in nuovo tunnel del Brennero. Senza queste opere Milano rischia di soffrire, anche perché, nella logica dei corridoi infrastrutturali europei, la Lombardia è un autentico buco, perché manca una reale interconnessione ferroviaria tra il nuovo Gottardo, il porto di Genova e, dunque, il sud Europa.
In tanti oggi a Sesto hanno parlato del coraggio degli imprenditori che hanno retto durante la pandemia, ma si è levata anche una forte richiesta di supporto da parte di una politica che sia meno litigiosa e più capace di guardare al futuro; l’orizzonte, secondo Spada deve essere quello delle prossime generazioni e non delle prossime elezioni. Sotto la struttura del treno laminatoio di Sesto solo applausi, vedremo se a questi corrisponderà un reale impegno comune per un’autentica rigenerazione sociale, economica e politica.