Quale sviluppo per la Lombardia?

27 Maggio 2021 di fabio pizzul

Siamo condannati a vedere consumato il territorio dai colossi della logistica, come è accaduto negli ultimi trent’anni prima con i capannoni e poi con i centri commerciali?

II mio intervento di chiusura al convegno “Nuove regole per la logistica” promosso dal Gruppo regionale PD lo scorso 26 maggio 2021 con la partecipazione di Serena Righini (PD), Carlo Massoletti (Confcommercio) e Daniele Parolo (CNA) coordinati dal consigliere regionale PD Matteo Piloni.

2 commenti su “Quale sviluppo per la Lombardia?

  1. Orazio Reolon

    Caro Fabio, l’incontro di ierisera ed, in particolare le tue conclusioni, stanno creando attenzione e dibattito nel DES Economia Solidale Martesana, in reti acliste ed altre ancora.

    Molto favore per la strada decisa intrapresa, con speranza di buoni esiti.
    Auguri!

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  2. Paolo Falbo

    Gent. Fabio Pizzul,
    sono un ambientalista della Bassa Bergamasca orientale, area di forte e recente concentrazione delle nuove logistiche. Mi rammarico di non avere potuto partecipare all’incontro. Provvedo parzialmente commentando alcune delle sue conclusioni.
    1. Sulla valutazione. Chiedo sentitamente che la politica avvii e sostenga una radicale revisione in dere regionale dell’attuale prassi di escludere da Valutazione di Impatto Ambientale i nuovi insediamenti logistici da parte delle nostre Province. Questa prassi è in larga misura agevolata da una normativa Regionale a maglie larghissime. Un esito in atto nel cosiddetto “quadrilatero della logistica” (Calcio, Covo, Cortenuova, Cividate), che mi pare clamoroso, è quello che nessuno dei recenti 5 insediamenti logistici autorizzati è stato sottoposto ad una VIA, e pertanto nessuno tra enti amministrativi e cittadini conosce gli impatti cumulativi di traffico, inquinamento, sanitari, di frammentazione ecologica e paesaggistici che ci aspettano.
    2. Ancora sulla valuazione. Chiedo altrettanto sentitamente che sia rapidamente rimosso, a livello di normativa nazionale, il meccanismo di tassare anche forze ambientaliste con 650 euro per ogni atto depositato in un ricorso al TAR. Nello specifico delle sistematiche esclusioni da VIA per gli insediamenti logistici, ciò sta costringendo cittadini e associazioni ambientaliste ad autotassarsi a livelli inaccettabili per ottenere il riconoscimento di diritti naturali fondamentali, a vantaggio dell’intera collettività. Questo è pertanto profondamente antidemocratico.
    3. Sulla concentrazione terriotriale delle logistiche. Mi permetta di dissentire con nettezza. Trovo autenticamente elitario il principio di evitare la distribuzione degli insediamenti in modo uniforme sul territorio e di favorire al contrario una concentrazione dei danni delle logistiche in alcuni luoghi ben identificati. Stante la esterma antropizzazione della nostra Regione, non esistono da molto tempo luoghi di “serie B” dove si possa presumere che consumo di suolo, incremento di traffico e inquinamento rappresentino un costo accettabile. Quali dovrebbero essere poi questi luoghi “dedicati”? La pianura agricola magari, il cui suolo è così comdo da aggredire e conveniente da acquisire e consumare? Non c’è bellezza da preservare, ecologia e verde da tutelare per la sostenibilità della Lombarida nei luoghi attraversati dalla Brebemi? Non ci vivono persone che amano la propria terra in quei luoghi? Ebbene, non esistono aree di serie B, tantomeno cittadini lombardi di serie B. Se siamo tutti di serie A, allora un bilancimento equo nella distribuzione dei danni sul territorio è invece un principio democratico. Questo principio peraltro costringerebbe davvero sindaci Province e Regione finalmente a parlarsi e coordinarsi (altra grave carenza della prassi attuale), per evitare l’arrivo “a sorpresa” degli insediamenti logistici.

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