No del PD alla mozione del centrodestra per abolire da subito e senza condizioni il coprifuoco.
La mozione presentata oggi in aula dalla maggioranza di centrodestra non coglie la necessaria complessità della situazione attuale, ma rappresenta soltanto un messaggio demagogico per accreditarsi presso categorie che hanno piuttosto bisogno di responsabilità e prudenza. Non siamo contro le riaperture, ma contro questi messaggi sconsiderati che non tengono in alcuna considerazione la prudenza e l`attenzione invocata dagli esperti.
Qui di seguito vi propongo anche il testo del mio intervento in aula.
Il coprifuoco deriva dalla pratica obbligatoria in epoca medievale, in diversi paesi, di coprire il fuoco domestico con la cenere nelle ore notturne, per ridurre il rischio di incendi che avrebbero potuto danneggiare abitazioni e interi villaggi.
Anche noi siamo impegnati da mesi a scongiurare un incendio, quello della pandemia che ha rischiato di divampare in modo incontrollato e devastante.
Il coprifuoco dà un segnale alla popolazione: ricorda che la situazione legata alla pandemia è ancora grave, che la diffusione del contagio è ancora in corso e che non ci si deve esporre a rischi, continuando a utilizzare le mascherine, a praticare il distanziamento fisico e a ridurre il più possibile i contatti con le altre persone. Questo effetto di deterrenza e responsabilizzazione non è facilmente misurabile, ma secondo diversi esperti è ciò che può fare la differenza.
Se c’è una cosa che abbiamo imparato è che quella contro il Sars-Cov-2 non è una guerra e il virus non verrà sconfitto con un’azione di carattere bellico o para-bellico.
La gestione della pandemia passa da una regolazione dei comportamenti e dalla diffusione dell’immunizzazione che non è garantita al 100% dal vaccino, ma deriva dalla capacità di promuovere corrette pratiche di comportamento e di limitazione del contagio.
Ogni decisione deve passare, dunque, dalla consapevolezza che solo misure coordinate e complessive possono ottenere l’obiettivo di limitare il contagio e di consentire una progressiva ripresa delle attività.
L’equilibrio è delicatissimo.
Ieri ho avuto modo di vedere uno spezzone di un episodio di uno dei reportage di punta della BBC, Horizon, in cui si spiegava con chiarezza che la possibilità di ottenere un’immunità che possiamo definire di gregge, passa da elementi molto delicati.
Il vaccino da solo non riesce a garantire nulla in merito alla diffusione del virus se non è accompagnato da altre misure.
Faccio solo un esempio: una variazione dell’1% dell’efficacia del vaccino porta a un innalzamento intorno al 5% della percentuale di popolazione necessaria per bloccare la diffusione del virus.
Se l’efficacia del vaccino passa dal 94% al 92%, la percentuale di popolazione vaccinata per ottenere la cessazione della circolazione del virus sale dal 85% al 90%.
Serve, allora, grande realismo: senza un ventaglio ampio di misure non torneremo a una situazione di quasi normalità.
Affidiamoci ai dati e ai tecnici che ci dicono come già le riaperture degli esercizi commerciali e la didattica in presenza è n rischio, calcolato, ma un rischio.
Il coprifuoco è un elemento simbolico forte, che può essere mitigato o anche revocato, ma solo in presenza di dati e di indicazioni tecniche più rassicuranti di quelle che abbiamo al momento.
Non possiamo votare una mozione, anzi, due mozioni che chiedono la cancellazione del coprifuoco purchessia. Aspettiamo di valutare i dati dei prossimi giorni e decidiamo sulla base di quelli.
E poi non possiamo rovinare l’orgoglio centrodestrista evocato dalla consigliera Beccalossi che salutava con entusiasmo la ricomposizione della maggioranza che guida la Lombardia e che è divisa a Roma. Come possiamo deluderla? Non possiamo che votare contro a due mozioni che chiedono di abolire immediatamente il coprifuoco.