Si è da poco conclusa una conferenza stampa (Link) dei vertici di Regione Lombardia sulla campagna vaccinale anti-Covid.
A parte il fatto che si tratta dell’ennesima presentazione pubblica di un piano vaccinale che ancora non esiste nei suoi dettagli operativi, le generiche affermazioni di assessori e tecnici non ci fanno ben sperare riguardo l’effettiva distribuzione del vaccino in Lombardia.
Regione continua ad affermare di essere in grado di vaccinare tutti i lombardi entro giugno, ma precisa che questo obiettivo non sarà raggiunto perché mancano i vaccini. Ma un piano che cos’è? Un tentativo di scaricare, come al solito, le responsabilità su altri? Non dovrebbe essere piuttosto le definizione di una concreta modalità per distribuire al meglio le dosi effettivamente a disposizione?
Esiste già un Piano vaccinale nazionale e le regioni sarebbero chiamate a renderlo operativo. Regione Lombardia sceglie, ancora una volta, di differenziarsi rispetto ad altre realtà e di costruire un proprio piano che arriva in ritardo e corre il rischio di complicare la campagna vaccinale stessa. Prova ne sia che alcune regioni sono molto più avanti nella vaccinazione degli anziani e hanno già iniziato la somministrazione agli insegnanti (mentre la Lombardia non ha neppure iniziato con le prenotazioni).
Senza voler cedere a disfattismo, cosa che non è nè utile nè logica, vi dico che sono molto preoccupato per lo sviluppo del presunto Piano Vaccinale della Lombardia.
Qui di seguito le considerazioni di un insegnante che ha seguito la conferenza stampa di oggi e mi ha inviato le sue impressioni.
Ho appena assistito alla diretta della presentazione del Piano vaccinale lombardo. E’ sconcertante ascoltare il Piano, è sconcertante ascoltare lo scaricabarile che attribuisce alla sola carenza di dosi il ritardo delle vaccinazioni. E’ sconcertante sapere che la campagna viene concentrata ora nelle zone più in difficoltà (Bresciano, Bergamasco), senza rendersi conto che questo lascia scoperte le zone attualmente messe meglio e che potrebbero pertanto subire un contraccolpo ancora peggiore a causa del rallentamento vaccinale (che favorirebbe così l’incremento dei casi), generando uno squilibrio regionale, con una “lotta” assurda e iniqua tra territori.E’ sconcertante che non si sia detta una parola, una parola!, sulla vaccinazione al personale scolastico, operazione già partita in molte regioni italiane (Lazio, Emilia Romagna, Toscana,…), prevista dalle linee guida nazionali e tutt’oggi avvolta nel mistero da parte di Regione Lombardia. Il setting scolastico è, a detta di tutti gli esperti, quello attualmente più fragile, dove il contagio sta viaggiando più velocemente. Eppure… eppure non una parola!
(…) Chiedo a voi di accendere nuovamente i riflettori su questa vergognosa gestione della pandemia e, ora, anche della vaccinazione, eventualmente interessando anche il Governo nel segnalare lo scostamento dalle indicazioni previste a livello nazionale.