E’ stata una vera e propria corsa alla prenotazione, ma non è che il primo passo.
Per almeno tre ore questo pomeriggio è stato molto complicato raggiungere il sito che Regione Lombardia ha predisposto per la registrazione degli ultra 80enni che intendono vaccinarsi contro Covid-19.
Era proprio necessario scatenare la corsa al vaccino suscitando una sorta di panico da prenotazione? Niente di male, per carità, ma gli anziani meriterebbero un altro tipo di attenzione e trattamento.
Il risultato a fine giornata è certamente positivo, con oltre 180.000 registrazioni, ma era proprio necessario fare questa specie di video lottery del vaccino, con una sorta di “venghino, signori, venghino, c’è un vaccino da conquistare” che ha gettato scompiglio nella già preoccupata fascia più anziana della popolazione?
Onore a chi ha immaginato il meccanismo, se non altro per il clamore mediatico che ha suscitato, ma l’onere vero sarà ora quello di richiamare gli iscritti al sito per indicare loro un appuntamento per la vaccinazione.
Ho quasi l’impressione che questa prenotazione show sia stata necessario perché non esisteva un’anagrafe affidabile degli ultra 80enni lombardi con canali precisi per contattarli e proporre loro l’appuntamento per la vaccinazione.
Spero che ora la fase due, ovvero quella delle chiamate per fissare gli appuntamenti, venga gestita con puntualità e precisione e non venga scaricata su medici di famiglia e farmacie.
Il problema è capire ora quando arriveranno le dosi necessarie per vaccinare tutti i 700.000 over 80 lombardi.
E’ bene, infine, precisare che l’ordine di prenotazione non conta nulla: gli anziani verranno contattati sulla base di fasce di età ed eventuali patologi che richiedano priorità nella vaccinazione.
Ma non era forse meglio precisarlo prima, per evitare la corda alla prenotazione di oggi?
Ma non dovete spiegarlo a me: volete mettere l’effetto di centinaia di migliaia di accessi contemporanei al sito, la suspence di qualche intoppo e il trionfo di fine giornata con centinaia di migliaia di iscritti?
Sono le regole dello show della sanità.
D’altronde, come possiamo lamentarci in un Paese che si accende per la corsa al cash back e la lotteria degli scontrini?
Le cose programmate e gestite secondo una normale ed efficiente quotidianità evidentemente non appartengono alla nostra politica e prima ancora alla nostra cultura nazionale. Eppure, almeno un tempo, si sarebbe potuto dire che la Lombardia era l’eccezione che confermava la regola italica, ormai non è più così: l’emergenza è la regola anche nell’ex regione più mitteleuropea d’Italia.
ma se i medici di base hanno già gli elenchi dei propri assistiti, con l’età e le patologie, era proprio necessaria questa “rincorsa telematica” ? Inutile per chi ha sempre bisogno dell’assistenza del medico (ad es.: persone non deambulanti, affette da patologie gravi, allergie, ecc.).