Zona gialla, istruzione per l’uso

1 Febbraio 2021 di fabio pizzul

Iniziamo una settimana con la Lombardia in zona gialla. Più che una conquista o una vittoria, credo che sia una messa alla prova del nostro tessuto sociale ed economico. E’ bene che anche le attività che sono state bloccate nelle ultime due settimane possano ripartire, ma è necessario che questo avvenga con il massimo rigore nel rispetto dei protocolli anti-Covid. Non vanno demonizzate passeggiate e possibilità di fare shopping o recarsi in bar e ristoranti, ma va ribadito come le regole non valgono solo per gli altri e chiamano ciascuno di noi alla massima responsabilità.

I cittadini hanno una gran voglia di riappropriarsi delle tante abitudini che la pandemia ha impedito o reso molto complicate, ma non dobbiamo avere fretta: l’inizio di una nuova normalità deve fare i conti con i dati di un contagio che non ci ha ancora abbandonato e che potrebbe riprende la sua corsa in presenza di comportamenti poco rigorosi.
Sono dell’idea che per ipotizzare nuovi allentamenti si debba attendere di poter valutare le conseguenze della riapertura di tante attività consentita dal passaggio in zona gialla. Gli esperti ci dicono che servono due settimane per valutare gli effetti di ogni misura e questo è il tempo che dobbiamo immaginare per poter consentire maggiori aperture, compresa l’ipotesi di garantire ai locali la possibilità di servire ai tavoli anche alla sera. Questa è una richiesta comprensibile, che arriva con grande forza da ristoratori e gestori di bar, in nome del fatto che esistono protocolli precisi che consentono di organizzare il servizio in sicurezza. Il ragionamento non è sbagliato, ma vorrei ricordare come si molto faticoso stabilizzare e far scendere la curva di contagio e che basti davvero poco per farla nuovamente impennare con il conseguente rischio di tornare a misure più restrittive e penalizzanti per tutti.
Aventi con determinazione e prudenza, dunque, con la consapevolezza che febbraio e marzo sono ancora mesi molto molto delicati.
Non rimaniamo chiusi in casa, torniamo nei locali e nei negozi, ma facciamolo con prudenza e responsabilità: poter godere di maggiore libertà è bello e rischia talvolta di farci dimenticare che siamo ancora in piena pandemia e che dobbiamo ancora unire gli sforzi per uscirne assieme il prima possibile.
Un’ultima considerazione: chi può, aiuti le categorie più in difficoltà con una sghiscetta in meno e un pasto in più o un passaggio in più al bar (e ve lo dice uno che i bar li frequenta davvero di rado).

Un commento su “Zona gialla, istruzione per l’uso

  1. Marisa Sfondrini

    Ho qualche dubbio sulla nostra capacità di mantenerci fedeli alle regole! A mio umile parere era meglio posticipare ancora la riapertura. Meglio andare avanti anche mugugnando un po’ che aprire e poi tornare a piangere e dover chiudere!
    Seconda considerazione. Sono molto vecchia e mi sono sentita “trascurata”, anche un po’ presa in giro da alcune indicazioni di comportamento e da alcune precisazioni sui comportamenti con le persone vecchie (abbiamo il coraggio di non usare eufemismi): “avete vissuto molto e magari molto bene… beh accontentatevi e… fatevi da parte!” in sintesi cattiva. C’è una contraddizione fondamentale nei nostri comportamenti sociali: da un lato si fa di tutto perché la vita media si allunghi; poi, davanti alle difficoltà come quelle che presenta la situazione attuale, beh… se anche qualche vecchio muore, dopo tutto ha fatto la sua vita… e che pretende? Pelle vecchia e troppo sensibile? Può essere… ma “provare per credere” come diceva una nota pubblicità!

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