Il TAR della Lombardia, su istanza del comitato “A scuola!” (complimenti per la tenacia), ha sospeso l’ordinanza della regione che stabiliva il blocco della didattica in presenza per le scuole superiori fino al 24 gennaio. Ora gli studenti, da domani 15 gennaio, potrebbero tornare in classe, ma regione presenterà ricorso e bisognerà capire a quale zona verrà assegnata la Lombardia a partire dal 17 gennaio: in zona rossa si manterrebbe la didattica a distanza.
Non sono entusiasta quando la magistratura si sostituisce alla politica, ma sulla scuola ci state davvero troppi ritardi e ambiguità.
Nel decreto che dispone la sospensione dell’ordinanza regionale, il TAR scrive che “il pericolo che l’ordinanza vuole fronteggiare non è legato alla
didattica in presenza in sé e per sé considerata, ma al rischio di assembramenti correlati agli spostamenti degli studenti”. Secondo il Tribunale Amministrativo Regionale, “emerge così l’irragionevolezza della misura disposta, che, a fronte di un rischio solo ipotetico di formazione di assembramenti, anziché intervenire su siffatto ipotizzato fenomeno, vieta radicalmente la didattica in presenza per le scuole di secondo grado, didattica che l’ordinanza neppure indica come causa in sé di un possibile contagio”.
L’ordinanza fa riferimento anche al tavolo di coordinamento attivato dalla Prefettura che aveva disposto il potenziamento del trasporto pubblico locale e definisce, quindi, irragionevole la decisione della regione.
Non è chiaro che cosa accadrà ora.
Di per sè, domani mattina gli studenti delle superiori potrebbero tornare a scuola, ma dipende da come si organizzeranno i singoli istituti. Regione ha annunciato ieri sera che presenterà ricorso: bisogna capire se questo creerà i presupposti per una sospensione della sospensione.
In più, domani a livello nazionale si deciderà se la Lombardia dal 17 gennaio verrà collocata in zona arancione o rossa, in quest’ultimo caso, la didattica in presenza verrà automaticamente sospesa per le superiori e per le seconde e terze medie.
Insomma, un gran caos, che, secondo il mio personale parere, indica come la questione della scuola non sia stata gestita con la dovuta attenzione e che, non creando danni economici immediati, venga a torto ritenuta meno importante di altre.
Speriamo che questa “scossa” del TAR lombardo possa portare a un cambio di passo da parte delle istituzioni regionali.
Qui di seguito pubblico l’episodio di oggi del podcast del Gruppo regionale PD, in cui Paola Bocci parla proprio di scuola, l’ordinanza del TAR e una bozza di mozione (il testo non è ancora definitivo) a firma PD che discuteremo martedì prossimo nell’aula del Consiglio regionale per far sì che il tema scuola torni al centro dell’attenzione di tutti.
gli effetti negativi per queste chiusure delle scuole, come ho già avuto modo di esprimere (ed al di là di intemperanze dovute a frustrazioni) si vedranno nei prossimi anni.
A meno che i dati del contagio siano aumentati tra i giovani, ed in particolare tra gli adolescenti, ma che non vengono adeguatamente diffusi.
Per il trasporto pubblico, anche qui come ho già avuto modo di scrivere, già dai mesi di maggio e giugno erano state proposte soluzioni per risolvere, almeno in buona parte, i problemi che ancora oggi sono irrisolti. Ma i “decisori” ai vari livelli (nazionale, regionali, comunali) non sono capaci di convocare ed interpellare per tempo tutti i soggetti interessati?
Come sempre: competenza, capacità, volontà. Tutti i decisori hanno queste per il bene della collettività?