Qualche mia noterella dopo aver assistito alla “conferenza stampa” di presentazione dei nuovi assessori della giunta lombarda.
L’espressione “nuovi giunti” è mutuata dal gergo carcerario, non è una gufata, ma l’impressione che Fontana sia in liberta vigilata e che i margini di manovra della sua squadra siano molto ridotti non me la toglie nessuno. Quella fatta da Salvini mi pare un’operazione che guarda molto alla scadenza elettorale milanese e a dinamiche nazionale con una influenza crescente di Giorgetti.
I neoassessori leghisti Locatelli e Guidesi (qualcuno gli spieghi come si mette la mascherina) che ringraziano Matteo Salvini più che il presidente Fontana confermano l’impressione di una Giunta ormai commissariata.
La conferenza stampa, con tanto di applausi di assessori da parte di esponenti della maggioranza schierati nelle prime file, ha offerto l’immagine di un’amministrazione regionale che vede smentita la propria azione di questi due anni e dichiarato il fallimento riguardo la gestione dell’emergenza Covid.
Non una parola sulla presunta svolta politica che si vorrebbe dare alla regione, se non grandi attestazioni di vicinanza a persone, famiglie e imprese che, in realtà, negli ultimi mesi si sono sentite sole, abbandonate proprio da questa amministrazione regionale.
Anche le parole della neo assessora Moratti sulla sanità sono parse molto generiche e improntate a un auspicio di riforma strutturale che mal si concilia con la necessità di intervenire con grande rapidità su un sistema in affanno e su una sanità territoriale che continua ad essere il problema della Lombardia. Iniziare un grande percorso di ascolto di tutti gli interlocutori, come ha detto la neo vicepresidente, può essere una bella idea all’inizio della legislatura, ma qui siamo di fronte a un’emergenza pandemica ancora in atto. Fontana e la sua giunta non possono far finta che basti mettere un punto e voltare pagina come se nulla fosse accaduto o stia accadendo.
Auguro buon lavoro ai nuovi assessori e auspico che sappiano sottrarsi a due rischi, quello di finire nelle sabbie mobili in cui è impantanata da tempo la giunta e quello di essere succubi del vero presidente di questa stanca Lombardia leghista, Matteo Salvini. La collaborazione del PD non mancherà, nella convinzione che l’operazione che ha portato al rimpasto è la certificazione del fallimento della giunta Fontana e l’inizio del percorso, non sappiamo quanto lungo, verso le elezioni regionali.
P.S.
Mi lasciano molto perplesso almeno due scelte riguardo le deleghe:
– la scomparsa dell’assessorato allo sport non mi pare un bel segnale, nè in prospettiva MilanoCortina2024, nè per l’attenzione a questo mondo;
– scorporare in due diversi assessorati istruzione e formazione è segno di scarsa attenzione alla necessità di integrare sempre di più tutto ciò che ha a che fare con i percorsi di educazione e qualificazione.