Qualche giorno fa il presidente della Lombardia Attilio Fontana si è spinto a giustificare coloro che violeranno le norme anti-Covid a Natale. Mi è tornato in mente Henry David Thoreau che dalle rive del lago Walden lanciò la sua sfida di disobbedienza civile. Ma il mondo è cambiato e di mezzo c’è la salute dei cittadini e delle istituzioni.
Nel 1849 Henry David Thoreau dava alle stampe “Disobbedienza civile”. L’appello di Thoreau, nato dopo una notte in carcere per aver rifiutato di pagare le tasse per ragioni politiche , ispirò movimenti non violenti di giganti come Ghandi e Martin Luther King. Thoreau è diventato una sorta di mito americano anche per la sua scelta di vivere “into the wild”, che lo vide isolarsi dal mondo per passare due anni in una capanna sulle rive del lago Walden.
Non sappiamo se l’ambizione del presidente Fontana sia quella di diventare una sorta di Thoreau italiano, anche perché Palazzo Lombardia non è certo paragonabile alla capanna del lago Walden, ma il dichiararsi d’accordo con chi trasgredirà i divieti di spostamento tra i comuni imposti dal Governo per i giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno ci è sembrato, quanto meno, fuori luogo.
Di fronte a una pandemia che mette in discussione il fondamentale diritto alla salute e, purtroppo, anche quello alla vita, le istituzioni dovrebbero fare quadrato attorno a regole che indicano la maggior prudenza come elemento irrinunciabile. Possiamo anche essere d’accordo riguardo l’eccessiva penalizzazione di chi risiede in piccoli comuni e auspicare possibili correttivi per non far passare l‘idea di una sorta di Natale da reclusi, ma da qui a sdoganare la trasgressione programmatica delle regole c’è una bella differenza.
Siamo propensi a credere che quello di Fontana sia stato un infortunio o un’iperbole dettata dalla volontà di far presente al Governo la fatica dei cittadini, ma attenzione: quando si imbocca la strada della “disobbedienza incivile” non è poi così semplice spiegare che le regole vanno rispettate e non scelte a seconda della propria convenienza o comodità.
molti anni fa, in una commedia teatrale, ascoltai una frase di un attore.
Non ricordo più il titolo della commedia, ma la frase si: “la lingua è più veloce del cervello”.
Forse è capitato anche in questa occasione?