Le premesse erano buone, ma la nuova legge sulle dipendenze in Lombardia non è andata in porto con la condivisione evocata in commissione sanità, dove il PD ha offerto un contributo importante. Oggi in aula, purtroppo, la maggioranza non ha accolto alcune proposte, a nostro avviso fondamentali, in tema di prevenzione.
Proposte che erano il frutto di un confronto avvenuto con le numerose associazioni e con gli stessi colleghi di commissione.
Per questo il Partito Democratico si è astenuto sul progetto di legge sulla riforma del sistema delle dipendenze patologiche che oggi è stato approvato in aula consiliare con 47 voti favorevoli e 27 astensioni.
Grazie al contributo del PD in commissione, è stata inserita nel documento la distinzione fondamentale tra gli adolescenti e i preadolescenti, che finalmente non saranno più trattati indistintamente come ‘minori’. Un grande risalto è stato poi dato anche al lavoro sulle famiglie e al ruolo del terzo settore che nella prima stesura non era molto valorizzato.
Oggi, invece, in aula, le proposte del PD, che puntavano essenzialmente sugli aspetti maggiormente legati alla riduzione del danno, alla prevenzione, alla riabilitazione e ai percorsi di sostegno, sono state cassate con giudizi molto ideologici e riduttivi.
Temi importanti come la riduzione del danno son stati liquidati con una presa d’atto di norme sovranazionali: una legge che non contenga una corretta declinazione della riduzione del danno, rischia di diventare una legge sostanzialmente punitiva, tralasciando quella parte sostanziale che consiste nel sostegno alle famiglie e nell’accompagnamento dei soggetti lungo tutto il loro percorso. Diversi esponenti della maggioranza hanno sottolineato la necessità di misure repressive e il fatto che chi finisce per essere dipendente, in qualche modo, dimostra di non voler essere aiutato. La nostra posizione è diametralmente opposta: la tossicodipendenza non è una colpa e non possiamo abbandonare nessuno.