Alla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne, Caritas Ambrosiana ha reso noti i dati di 10 anni di attività del suo Servizio emergenza Donna (Se.D). I numeri che ne emergono non consentono di quantificare un fenomeno drammaticamente presente nella nostra società, ma ci danno indicazioni importanti sulle condizioni delle donne che subiscono violenza.
Le 1300 donne in carico al Se.D in questi anni sono sia di nazionalità italiana che straniera con un lieve incremento per quest’ultime (circa il 60%).
Le donne straniere che si sono rivolte al servizio sono per lo più di origine africana (13%), sudamericana (12%) e asiatica (4%). Un altro dato significativo è legato alle donne appartenenti a paesi extraeuropei quali Albania, Romania ed Ucraina (il 13%).
Il centro antiviolenza prende in carico donne maggiorenni, delle quali la maggior parte che si rivolge al nostro servizio ha tra i 21 e i 50 anni (82%).
Solo l’8% delle donne ha un’età compresa tra i 18-20 anni oppure maggiore di 51. L’età media delle donne italiane è di 40 anni, mentre si abbassa a 35 quella delle donne di nazionalità straniera che si rivolgono per la prima al centro antiviolenza.
Il 34% delle donne è disoccupato oppure occupato irregolarmente nel 10% dei casi per cui è stato possibile attivare con loro dei percorsi di autonomia lavorativa (6%).
Nel 58% dei casi l’autore della violenza è un partner o un convivente, nel 16% il maltrattamento è attuato da ex e nel 14% da altri familiari. Nel 7% da persone sconosciute o partner occasionali.
Relativamente alla tipologia di maltrattamenti il 41% delle donne racconta di subire maltrattamento psicologico, spesso associato al maltrattamento fisico (33%) e alla violenza economica. Il 9% ha subito violenza sessuale e il 3% si rivolge al centro perché subisce stalking.
Sono numeri impressionanti che devono farci riflettere.