Storie di Covid #19: Cosa succede al Manzoni?

12 Novembre 2020 di fabio pizzul

Gli ospedali sono fortemente sotto pressione. I dati del contagio evidenziano qualche lieve rallentamento della diffusione del virus, ma la situazione è ancora molto pesante. Sono molti i cittadini che si scontrano con la difficoltà a fornire cure adeguate e la sensazione che il sistema possa non reggere, soprattutto in alcune zone, è palpabile. La storia di oggi arriva da Lecco ed è un mix di comprensibile disperazione e rabbia. Per parte mia, dopo aver manifestato comprensione e vicinanza a chi ha inviato la lettera, tenterò di capire quale sia la situazione nell’ospedale lecchese.

Mi chiamo L.A., abito a Lecco da sempre, sono una umile insegnante, non ho nessun cognome altolocato sono una semplice cittadina che, in queste ore, proprio per non aver nessun cognome importante, ha paura per la salute di suo padre. 
Mio papà di 86 anni è stato ricoverato martedì scorso presso l’Ospedale Manzoni di Lecco, l’abbiamo fatto ricoverare perchè pensavamo avesse uno dei suoi soliti problemi di salute. Invece, dopo ore di silenzio abbiamo avuto la funesta notizia che il tampone era positivo Covid. Dopo lo smarrimento iniziale e mille sensi di colpa su come mio padre avesse potuto infettarsi, visto che per il suo bene lo abbiamo recluso in casa e fatto uscire solo per visite mediche, ci siamo affidati alle cure dei medici. Fino a ieri, 11 novembre, le cose sembravano tutto sommato sotto controllo invece, improvvisamente, nel primo pomeriggio ricevo una telefonata di un medico che mi informa che la situazione respiratoria di mio padre è peggiorata e che procedevano a mettere una maschera di ossigeno più potente. Fin qui, oltre alla preoccupazione e alla paura, le cose mi sembravano “normali”, invece il medico nel parlare mi ha messa in profonda angoscia perchè a chiare lettere mi ha detto ” Signora, suo padre ha difficoltà respiratorie, HO CHIAMATO IL REPARTO DI TERAPIA INTENSIVA MA NON CI SONO POSTI LETTO, pertanto continuerà le cure che possiamo offrire in reparto perchè, sa , ANCHE SE CI FOSSE POSTO IN TERAPIA INTENSIVA tra un 50enne e un 86enne con delle patologie pregresse il posto sarebbe dato al 50 enne!” . Dopo un primo iniziale smarrimento ho chiesto al medico se mio papà fosse curato in modo adeguato  e ho detto che ritenevo inconcepibile che per l’età non ricevesse tutte le cure possibili. Il medico vista la mia arrabbiatura ha subito cambiato direzione dicendomi che avevo capito male e che mio padre era ed è curato perchè tutti i pazienti sono uguali. Nelle ore successive alla chiamata, in preda alla rabbia e all’impotenza di fare qualsiasi cosa, visto che tutta la mia famiglia è chiusa in casa in isolamento ho preso il telefono e ho chiamato il Direttore Generale dell’Ospedale Manzoni di Lecco, per chiedere conto delle assurde parole dette dal medico. Il Direttore mi ha richiamata poco dopo e mi ha messo in viva voce anche con il Primario Covid (ho informato entrambi che stavo registrando la telefonata). Le loro parole non mi hanno per nulla rassicurata, Direttore era troppo preoccupato di illustrarmi l’eccellenza dell’ospedale Manzoni e il Primario ha continuato a dirmi che la rianimazione è l’ultima spiaggia per tutti e che non è vero che NELL’OSPEDALE MANZONI si fa una selezione per età.  Ho detto ad entrambi che come famiglia non abbiamo più fiducia in loro e soprattutto ho fatto presente al Direttore dell’Ospedale avrebbe dovuto prevedere anche l’apertura di nuovi posti di rianimazione. Io e la mia famiglia ora siamo in attesa senza più alcuna fiducia nei medici che in questo momento si dovrebbero occupare della persona più preziosa ed importante della nostra vita. (…)

Sono perfettamente cosciente che siamo in una situazione grave e irreale, non sono arrabbiata con i medici che li ritegno vittime di un sistema sanitario assurdo che ha puntato a privatizzare e a tagliare fondi alla sanità. Io sono molto arrabbiata con quei Dirigenti che hanno permesso che la nostra sanità lombarda sia diventata un colabrodo: devi fare un qualsiasi esame, se ti affidi ai tempi tecnici ci vogliono anni, se hai 120 euro magicamente l’esame lo puoi fare il girono dopo.
Questo è un rimprovero anche verso di voi consiglieri che vedo attivi in TV ma che non vedo presenti e vigili a fermare le porcate di questa giunta.
Io vorrei essere aiutata da qualcuno per avere chiarezza su quanto sta accadendo al Manzoni di Lecco. 

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