Un secco no del centrodestra a un tavolo di collaborazione istituzionale in regione

3 Novembre 2020 di fabio pizzul

Sulla gestione del Covid il centrodestra in Regione non accetta una vera condivisione istituzionale. Un vero peccato o, forse, l’indice di una debolezza politica che costringe la maggioranza a non giocare a carte scoperte. Spero che il presidente Fontana smentisca questo atteggiamento di chiusura espresso con il voto negativo in Consiglio regionale a una mozione proposta dal PD.

Manifestando apprezzamento per gli incontri che il presidente Fontana ha avuto in queste settimane con sindaci e capigruppo dei partiti presenti in Consiglio regionale, ho chiesto un passo avanti per costruire una vera gestione collegiale dell’emergenza e parlare ai cittadini con parole chiare e condivise anche con le parti sociali.
La richiesta che ho sottoposto al Consiglio oggi era chiara: “un tavolo permanente di confronto – da convocarsi a giorni alterni – tra Giunta regionale, sindaci dei capoluoghi di provincia, Presidenti dei gruppi del Consiglio regionale e parti sociali, per poter condividere i dati epidemiologici, affrontare in tempo reale le problematiche che si presentano ed essere coinvolti nelle scelte conseguenti in un’ottica di fattiva collaborazione“.  

Gli esponenti della Lega e anche di Forza Italia hanno respinto quasi con sdegno questa proposta: me ne rammarichiamo, non tanto per il gruppo del PD, ma per i lombardi, perché di fronte alla pandemia forze politiche serie e responsabili guardano ai problemi veri, non agli schieramenti.

Per parte nostra, come gruppo PD continueremo a collaborare, ma mi sarei aspettato un atteggiamento diverso da parte di una maggioranza che pare più impegnata a difendere acriticamente la giunta che a costruire provvedimenti attenti alle esigenze dei cittadini e delle imprese lombarde.

Un commento su “Un secco no del centrodestra a un tavolo di collaborazione istituzionale in regione

  1. Luigi Massari

    Personalmente, nelle mie esperienze ed attività, ho sempre considerato positivo il coinvolgimento di tutte le persone (e non solo istituzioni) in grado di contribuire al miglioramento della/e situazione/i del momento, urgente e proposta.
    Ma ho trovato, e trovo tuttora, enormi resistenze a queste “aperture costruttive”. Anche con istituzioni, di qualsiasi colore politico, che non rispondono nemmeno a legittime domande.
    Non mi meraviglio quindi che chi governa in regione Lombardia si comporti in questo modo.
    Ma quanti siamo in Italia a sopportare ancora questo modo di lavorare “per i cittadini” (eufemismo)?

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