La scuola non è problema, è risorsa per gestire l’epidemia

3 Novembre 2020 di fabio pizzul

Proporre lezioni a distanza al 100% è davvero la soluzione più adeguata?
Personalmente credo debba essere una soluzione estrema (in caso di situazione fuori controllo) e non uno dei primi provvedimenti da mettere in campo.
Rispondendo a una interrogazione a risposta immediata del consigliere di +Europa Michele Usuelli, l’assessore al welfare Giulio Gallera, ha difeso la scelta di Regione Lombardia di imporre la didattica a distanza al 100% alle scuole secondarie di secondo grado sostenendo che le numerosi classi già in quarantena sono la testimonianza empirica della bontà del provvedimento.
Credo sia esattamente il contrario!

L’assessore Gallera ha comunicato i seguenti dati:
– 492 classi delle superiori in quarantena, per oltre 8000 studenti
– 298 classi delle medie, per oltre 6000 studenti
– 425 classi delle elementari, per oltre 6500 studenti
– 138 classi dell’asilo, per oltre 2300 bambini

Sono dati significativi, ma non vanno letti come una conferma della necessità di passare alla totale didattica a distanza. Gli studenti elencati non sono tutti positivi a Covid-19, sono in quarantena perché un loro compagno di classe è risultato positivo e son considerati contatti stretti e, in quanto tali costretti all’isolamento casalingo per circoscrivere il contagio.
E’ la conferma che il tracciamento nella scuola funziona e permette di isolare potenziali fonti di contagio.
Con la didattica a distanza totale questo non accade e c’è un controllo molto meno puntuale delle dinamiche di diffusione del virus. Per tacere delle conseguenze psicologiche e sociali sui ragazzi.
In caso di situazione emergenziale, è chiaro che la scuola non può che essere coinvolta nelle misure restrittive, ma non può essere la prima a subire le conseguenze, come è accaduto in Lombardia.
Credo che, ormai, in Lombardia siamo entrati in una nuova fase critica del contagio e che la didattica a distanza diventi una necessità, ma deve essere temporanea. Personalmente sono convinto che, se il problema principale, come pare, è quello della capienza dei mezzi pubblici, si debba quanto prima utilizzare la didattica mista, garantendo anche agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado almeno un giorno di lezioni in presenza a settimana.
La scuola è una risorsa per la gestione dell’epidemia e non un problema.

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