Il tracciamento non funziona più. Ormai lo hanno ammesso pubblicamente anche le autorità sanitarie. Non funziona neppure l’APP che avrebbe dovuto avvisarci di essere entrati in contatto con persone risultate positive. Il motivo è molto semplice: come tutti gli strumenti tecnologici, Immuni ha bisogno di essere correttamente “istruita” e, se nessuno inserisce i dati corretti…
Storia vera raccolta in una provincia lombarda.
Il signor G. scopre di essere positivo al Covid-19, si pone in isolamento casalingo e gestisce i sintomi che dopo qualche giorno fanno la loro comparsa.
Avendo già scaricato sul proprio smartphone l’app Immuni, il signor G, sollecitato da un conoscente, decide di segnalare la sua positività, così da poter consentire all’app di inviare una notifica ad eventuali altri utilizzatori della stessa che risultassero essere stati a contatto con lui per almeno 5 minuti.
La procedura di registrazione prevede che si segnali telefonicamente la propria positività all’ATS così che un operatore provveda poi all’aggiornamento dell’app. Semplice, vero?
Sulla carta sì, nella realtà, il signor G ha tentato per tre giorni di fila di contattare l’ATS senza riuscire mai a essere messo in contatto con l’ufficio o l’addetto all’aggiornamento di Immuni.
Risultato: coloro che fossero stati in contatto con il signor G non riceveranno mai la notifica da parte dell’app.
E’ chiaro che, in queste condizioni, anche la più sofisticata delle tecnologie non potrà mai funzionare.
Ne hanno scritto proprio oggi su Repubblica anche Tito Boeri e Roberto Perrotti segnalando come, da giugno al 26 ottobre, in Italia Immuni sia stata scaricata da 10 milioni di cittadini, ma le segnalazioni di positività siano state solo 1637.
Con il decreto ristori il Governo ha istituito un call center nazionale per il tracciamento e l’aggiornamento di Immuni, ma lo stanziamento di 3 milioni di euro (cifra che viene stimata dagli autori dell’articolo insufficiente per la mole di lavoro ipotizzabile) e il fatto che l’aggiornamento dell’app debba passare ancora per la strettoia della sanità regionale fa dire a Boeri e Perrotti che non potrà essere la soluzione definitiva (ed è comunque tardiva).
Il signor G può stare tranquillo: il fatto di non essere riuscito a segnalare la sua positività non è colpa sua e poi, ma non è certo una consolazione, è in buona compagnia!
Carissimo, grazie per dare voce a queste esperienze. Di fronte a queste situazioni viene più coraggio per usare le parole come si deve. Ad esempio per chiamare per nome e cognome il tentennamento della politica che mette a repentaglio ogni giorno più vite umane. Ecco nome e cognome: una ignavia intollerabile.