Mi è giunta nelle scorse ore una lettera appello sottoscritta da una cinquantina di persone che, a vario titolo, fanno riferimento alla parrocchia milanese di Santa Croce. La lettera è rivolta ad alcuni politici e sottolinea alcuni problemi concreti e reali del post emergenza Covid-19 e interpella, comunque, tutti noi riguardo un necessario cambio di mentalità perchè non si torni esattamente come prima della crisi. Non possiamo continuare a pensare che l’Italia sia il miglior paese possibile. Serve un cambiamento che, per molti versi, può partire anche da noi e che la politica non può eludere.
Una lettera che in modo misurato e fermo pone l’attenzione su situazioni che io credo fondamentali per mantenere l’Italia uno stato di diritto e democratico. Come cittadina, spesso in questi ultimi mesi, l’avvicendarsi contraddittorio di proposte ed enunciazioni politiche (non sempre seguite da fatti concreti) mi rimanda l’idea di una classe politica che sembra ancora in parte presa da vecchie logiche consortili e di spartizione . Spesso pare che i problemi reali delle persone siano solo numeri e percentuali che vengono, di volta in volta, spostati come se ad una PC disegnassimo grafici e schemi! Sono assolutamente d’accordo con la lettera e il fatto di tenere chiuse le scuole, i servizi all’infanzia e i settori sociali non fa che aggravare la sensazione di paura e ancor di più allontanano gli uni dagli altri. Diventa più difficile fare rete e le fragilità aumentano. Che dire poi della tanto sbandierata giustizia fiscale che …mai arriva! E la giustizia che spesso ci fa domandare: “ma la legge è uguale per tutti?” La soluzione non può essere quella di utilizzare il covid-19 per mantenere questa situazione di incertezza che pare portare tutti verso un dannoso solipsismo, ma è importante dare davvero spazio e modo alle donne e agli uomini di “buona volontà” di lavorare per il bene comune coinvolgendo associazioni e parti civili in progetti, anche situati e/o regionali/comunali di ripresa degli spazi, dei servizi e dei territori.
Condivido le osservazioni ed il contenuto della lettera-appello.
Abitando in un quartiere della periferia milanese, con molti anziani, con persone di oltre 30 nazionalità differenti, con la presenza di RSA, di negozi che non hanno riaperto, con moltissime persone che non hanno più un lavoro, e le famiglie con i ragazzi a casa (e non tutte con un PC o smartphone), ritrovo tutto quanto è contenuto nel documento.
Tutto questo emerge non da indicazioni istituzionali ufficiali, ma dalle numerose segnalazioni che vengono raccolte dalle parrocchie del quartiere.
Già da tempo, ancor prima del Covid-19, stavano emergendo varie difficoltà, ma questa pandemia rischia di aggravare molto di più la situazione; ed al momento l’impressione di molti è che l’unico “collegamento” con il resto della città siano solo i tram; appare distante l’attenzione verso la periferia.
Ancor più grave le troppe parole dei “politici” che poi non portano a fatti concreti.
Sono d’accordo, le persone di “buona volontà” ci sono e sono molte, ma nei settori “politici” non ne troviamo tante; lo dimostra il fatto che la lettera-appello è indirizzata a poche persone, che stimo (ed alcune le conosco personalmente) per le loro attività e pacatezza nell’argomentare i propri interventi.