Come saprete, lunedì scorso il Consiglio regionale ha bocciato una mozione presentata dal PD con l’intento di ottenere un chiaro cambiamento nella gestione dell’assessorato al Welfare.
C’è chi ha parlato di sconfitta bruciante per il PD, chi di atto inutile che ha rafforzato l’assessore Gallera, chi di autogol, chi di errore politico, chi di errore strategico nei rapporti con le altre minoranze.
Non la penso così. Secondo me, è stato un doveroso atto di chiarezza. Vi spiego perché.
Motivo principale.
Il presidente Fontana aveva chiesto di anticipare la seduta del Consiglio a lunedì 4 maggio per poter approvare nel giorno del simbolico inizio della fase 2 il provvedimento di sostegno ai comuni lombardi. Credo che un altro atto simbolico importante dovesse essere quello di chiedere una posizione chiara della maggioranza sulla gestione della fase 1. Il voto sulla mozione del PD era proprio questo: un giudizio su come è stata gestita l’emergenza sanitaria. Era giusto che chi per settimane ha detto di non aver sbagliato nulla potesse avere un voto politico del Consiglio. La maggioranza e qualche consigliere di opposizione con il voto hanno detto di essere d’accordo con questa affermazione. Era giusto ci si pronunciasse.
Altri motivi:
– molti, nel PD e non solo, chiedevano da giorni un atto esplicito di sfiducia all’assessore Gallera o al presidente Fontana. Era giusto arrivare a una sintesi per dare voce a chi rappresentiamo e per sgombrare il campo da ogni ipocrisia, nella maggioranza e nell’opposizione (dentro e fuori al palazzo).
– che ci piaccia o no, è chi governa la Lombardia che deve portarci fuori dalla crisi. La tattica di logoramento a cui la Lega ha sottoposto l’assessore Gallera dalla metà di aprile in poi non credo fosse utile. Al sottoscritto interessa molto poco della sorte personale del’assessore, a cui riconosco un grande impegno in queste settimane di emergenza, ma rimprovero anche scarso equilibrio e indipendenza. Tenerlo in posizione traballante poteva diventare un bell’alibi per Fontana che lo avrebbe probabilmente scaricato tra qualche settimana per archiviare definitivamente l’emergenza, secondo il collaudato schema del capro espiatorio. Ora vedo più complicata l’operazione e più chiara la responsabilità in solido dell’intera maggioranza.
– tatticamente sarebbe stato meglio arrivare a un accordo con la Lega, magari con il ritiro della mozione. Questo garantiva a tutti, come sempre accade in politica, di uscire dichiarandosi vincitori, portando a casa qualche risultato parziale, ma positivo. Non sono mai stato un appassionato (e men che meno un esperto) di tattica politica e credo che in un momento così drammatico la tattica non debba neppure essere presa in considerazione. Ho preferito la linea della chiarezza. La vera partita non è quella del rosicchiare qualche voto a Fontana in aula, ma quella di provare a cambiare la Lombardia.
– credo sia stato utile che il Consiglio si esprimesse con un voto chiaro anche perchè, in questo modo, si è messo un punto fermo alle speculazioni politiche. Da una parte o dall’altra. Dare un giudizio politico non significa, come ho detto nei miei interventi in aula che pubblicherò in altri post, attaccare le persone, ma chiarire il proprio pensiero. E’ per questo che credo sia stato meglio votare in aula prima che inizi la Commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid. Il voto è stato un atto politico, la commissione deve essere un luogo istituzionale per fare chiarezza su quanto è accaduto. Chi minaccia di depotenziare o boicottare la Commissione in una sorta di ritorsione per l’affronto di un voto politico in aula dimostra grande debolezza e svela la sua volontà di non voler capire davvero quello che è accaduto. Meglio continuare a scaricare le colpe su altri, con buona pace della salute dei lombardi. Mi auguro di venire smentito.
– da ultimo: con la tattica si conquistano forse titoli sui giornali, ma il senso ultimo della politica dovrebbe essere quello di cambiare le cose in meglio e per il bene dei cittadini. Per questo ci vogliono visione e strategia. In Lombardia, al momento, non se ne vedono proprio. Prendetela anche (ma non solo) come un’autocritica.
– ho dovuto mettere la faccia su una mozione che non era la “mia” mozione, ma la mozione del PD, non mi è pesato, non mi sono pentito e, soprattutto, ho detto, qui e in aula, solo quello che pensavo. E questo, forse, non piace a tutti.
Grazie. Il suo modo di fare politica mi aiuta a ragionare .
Condivido anch’io il modo di ragionare non “per tattica politica” (e conseguenti interessi personali e/o privati) ma per migliorare, o tentare di farlo, le situazioni per un maggior numero di persone.
Spesso ci si scontra anche con i propri “alleati”, ma quando si è convinti di fare bene per le persone, che spesso non conosciamo nemmeno, è giusto proseguire.