“C’è chi crede di essere sotto assedio per provare ad essere vittima di non si sa che cosa, ma le vere vittime sono i lombardi. La priorità che noi dobbiamo darci è la salute e il futuro dei cittadini, dobbiamo metterci a lavorare, a programmare e a fare strategia. In questa risoluzione priorità non ne vediamo”. Con queste parole ho motivato il voto contrario del PD alla risoluzione sulla fase 2 dell’emergenza Covid-19.
Il Pd aveva presentato una propria proposta di risoluzione alternativa, sottoscritta anche da +Europa, in cui chiedevamo che di dare vita a un piano per la fase 2 che tenesse insieme aspetto sanitario e aspetto economico.
Tra le nostre proposte, viste le enormi problematiche della sanità territoriale lombarda, c’era la richiesta di nominare un Commissario per la sanità territoriale, “che organizzi e strutturi il piano territoriale di Diagnosi, Cura e assistenza domiciliare coordinando ATS, Medici di medicina generale, Pediatri di libera scelta, Unità speciale di continuità assistenziale e servizi sociali dei Comuni al fine di arrivare ad una completa sorveglianza sanitaria su tutta la regione che gestisca la presa in carico territoriale dei cittadini”.
Il piano gestito dal commissario dovrebbe prevedere che si facciano tamponi a tutti i sanitari esposti a maggior rischio, ad ospiti e personale delle RSA, a tutti i malati che presentino infezione respiratoria acuta, che tutte queste categorie siano dotate di dispositivi di protezione e test sierologici a tutti i lavoratori che svolgono servizi essenziali, e a tendere a tutta la popolazione lombarda. Nel nostro progetto, il commissario dovrebbe potenziare le USCA, Unità speciali di continuità territoriale, fino ad averne una ogni 50mila abitanti, come previsto dalla normativa nazionale, e mettere i medici di medicina generale in condizione di operare in sicurezza, con protezioni e telemedicina.
La nostra risoluzione proponeva anche che ci fosse una strategia per riunire tutte le risorse finanziarie disponibili per puntare su progetti significativi per ridare fiato all’economia lombarda. Parlavamo di bond lombardi per dare sostegno ai settori economici più in difficoltà. Nessun ascolto da parte della maggioranza che ha bocciato le nostre proposte, salvo poi sentire tra le idee avanzate dalla giunta proprio quella dei bond lombardi. Evidentemente le proposte per essere accolte e forse anche solo ascoltate devono venire direttamente dalla Giunta.
Non ci perdiamo, comunque, d’animo e continueremo a fare proposte.
Durante la fase acuta dell’emergenza sanitaria la giunta ha sempre snobbato le proposte del PD, salvo poi applicarle in modo tardivo e prendendosene il merito.
La priorità, per quanto mi riguarda, rimane la salute dei lombardi.
Non possiamo certo dire che in Lombardia sia andato tutto bene, anzi.
Rimango molto preoccupato perché non vedo progetti e programmi precisi per il prossimo futuro da parte di una Giunta che da due mesi a questa parte rincorre l’emergenza e pare più preoccupata di fare polemiche che di collaborare con chi le offre proposte e aiuti.
Ho ascoltato in questi gironi interviste televisive e giornalistiche che, senza fare polemiche superficiali “destra o sinistra”, hanno rimarcato la notevole differenza comportamentale tra le Giunte della Lombardia e del Veneto.
Alla guida ci sono le stesse coalizioni politiche, ma i risultati sanitari sembrano molto differenti e la percentuale di successo al momento sembra prevalere nettamente a favore del Veneto.
E’ quindi il sistema lombardo, molto più accentrato sugli ospedali, a non reggere il confronto?