Si festeggia oggi San Francesco di Assisi, il patrono d’Italia
e anche il santo che potremmo definire come testimonial “ante litteram” dell’ecologia
integrale che da qualche anno il papa che, non a caso, porta il nome del
poverello di Assisi ci ha affidato come prospettiva da percorrere per rimettere
l’uomo al centro del nostro pianeta.
Non è un caso, allora che l’ASviS, l’Alleanza Italia per lo Sviluppo
Sostenibile, abbia scelto proprio la giornata di oggi per presentare il suo
rapporto annuale sugli obiettivi del millennio dell’ONU.
C’è una progressiva sensibilizzazione a livello
mondiale sulle tematiche dello Sviluppo Sostenibile, soprattutto da parte
delle Istituzioni, ma in molti casi siamo ancora lontanissimi dagli
obiettivi fissati dall’ONU e dall’Agenda 2030. L’UE si conferma piuttosto
avanzata, ma la situazione al suo interno è a macchia di leopardo.
E’ quanto emerge dall’ultimo Rapporto dell’Alleanza Italiana per lo
Sviluppo Sostenibile (ASviS) obiettivi dell’Agenda 2030.
L’Italia migliora su molti aspetti dello sviluppo sostenibile. Passi
avanti riguardano 9 obiettivi (salute, uguaglianza di genere, condizione
economica e occupazionale, innovazione, disuguaglianze, condizioni delle città,
modelli sostenibili di produzione e consumo, qualità della governance e
cooperazione internazionale); si registra un peggioramento su 6 (povertà,
alimentazione e agricoltura sostenibili, acqua e strutture igienico-sanitarie,
sistema energetico, condizione dei mari ed ecosistemi terrestri) stabili i
rimanenti 2 (educazione e lotta al cambiamento climatico).
ASviS denuncia come, a 4 anni dall’adozione dell’Agenda 2030 “il mondo non
si trova ancora su un sentiero di sviluppo sostenibile”. Il degrado
ambientale, il riscaldamento globale, il persistere di tensioni di carattere
geopolitico e le spinte nazionalistiche e protezionistiche appaiono come i
punti più critici.
L’Unione Europea è, comunque, l’area del mondo che registra i più ampi
miglioramenti sulle tematiche dello Sviluppo sostenibile, ma al suo
interno vi sono ampie differenze da Paese a Paese.
L’Italia, come si diceva, si classifica in ottima posizione su salute e
benessere, produzione e consumo responsabile, ma è agli ultimi posti per lavoro
dignitoso e crescita economica ed è ancora molto lontana dalla media per
qualità di istruzione, giustizia e diseguaglianze.
L’idea di ASviS non è quella di stilare classifiche o pagelle, ma di
indirizzare le politiche di sostenibilità del nostro Paese: c’è molto lavoro da
fare, ma il fatto che si cominci a parlare di Agenda 2030 come qualcosa che
riguarda tutti noi e non solo gli specialisti degli organismi internazionali è
già un passo avanti.