
Erano in tanti oggi nella chiesa milanese di San Pietro in Sala, nonostante la giornata di pieno agosto, a dare l’ultimo saluto a Umberto Quintavalle, fondatore della società Quanta, creatore dei Quanta club village e patron dell’Hockey club Milano, morto due giorni fa a causa di un malore. Dipendenti della sua azienda, giocatori della sua squadra, amici e rappresentanti delle istituzioni, come l’assessore regionale allo sport Martina Cambiaghi e l’ex vicepresidente del Consiglio Comunale di Milano Andrea Fanzago. Quintavalle lascia diero di sé un brillante percorso imprenditoriale, una sconfinata passione per lo sport e un sogno, che non è riuscito a realizzare.
Umberto Quintavalle, come ricorda Repubblica, era nato a
Milano nel 1946, laureato alla Bocconi, dopo diverse esperienze lavorative in
molte aziende, nel 1997 ha fonda con Umberto Signorini la Antex Lavoro
temporaneo, che poi è diventa Quanta agenzia per il lavoro. Nel 2008 ha dato
spazio alla sua passione per lo sport acquistando lo sport village nel
quartiere Comasina, a Milano, trasformandolo nel primo Quanta club. Nel 1996 ha
compra l’Hockey club Milano, diventato il Milano Quanta, squadra campione in
carica nella Serie A1 di Hockey In line e più titolata d’Italia, con dieci
titoli nazionali al suo attivo. Nel 2014 ha ricevuto l’Ambrogino d’oro, la
massima onorificenza del Comune di Milano. Non aveva mai smesso di
lavorare e progettare il futuro nonostante le sue condizioni di salute non
sempre lo sostenessero come sperava.
Quintavalle, non facile di carattere, è stato un vero imprenditore, sempre alla
ricerca di nuove sfide che ha saputo affrontare con puntigliosa dedizione,
chiedendo molto ai suoi collaboratori cui però non ha mai fatto mancare la
propria riconoscenza.
Il Quanta Village è oggi una vera e propria oasi per lo sport e il tempo libero
in una zona di Milano che non è certo nota per condizioni economiche e sociali
particolarmente favorevoli. Proprio lì Quintavalle sognava di far sorgere un’arena
per l’hockey in line, per dotare Milano di un impianto che potesse dare un
nuovo impulso a una disciplina che negli ultimi anni ha dovuto sgomitare per
ritagliarsi uno spazio nel complicato mondo dello sport italiano. Il suo
rapporto con le istituzioni non è mai stato facile, ma Quintavalle ha sempre
offerto, con il suo stile, un significativo contributo alla città di Milano.
Lo scorso 20 luglio, proprio al Quanta Village, aveva voluto festeggiare l’ultimo
titolo nazionale della sua squadra e aveva concluso ufficialmente la sua
stagione da presidente passando le consegne a suo figlio Illo, dopo aver
celebrato 25 anni di storia sportiva riassunta anche in una bella e tanto
sospirata pubblicazione edita da Skira. Una serata in cui Quintavalle ha voluto
riconoscere il cammino fatto con i suoi atleti, dirigenti e collaboratori e con
la quale ha inteso passare il testimone dichiarando di voler fare un passo
indietro, ma nessuno ci credeva davvero.
Ora quel passo è arrivato, in modo improvviso e definitivo, e lascia molti
orfani di un leader imprenditoriale e umano che consegna un’eredità impegnativa
e un sogno, quel palazzetto per cui aveva da poco ottenuto un finanziamento dal
CONI, che continuerà a inseguire da un villaggio eterno in cui troverà un po’
di pace.