
“Eh, quant’è bbuono u caffè, pure in carcere u sanno fa’…” cantava l’indimenticabile
Fabrizio De Andrè in Don Raffaè, ma in carcere ci sono tante altre cose buone e
per tutti i gusti.
Lo conferma il progetto “Cucinare al fresco”, nato tra le mura del carcere
Bassone di Como ed ora arrivato anche a Bollate e a Varese. Si tratta di un
progetto editoriale che raccoglie le ricette dei detenuti proponendole al
grande pubblico. Ad oggi sono stati pubblicati tre libri di ricette in vendita
presso la libreria Ubik di piazza San Fedele a Como.
È già pronto, racconta la curatrice Arianna Augustoni, un altro volumetto di
84 pagine, mentre a Varese, verso fine estate, uscirà un altro volume di
ricette.
È un modo per far scoprire anche all’esterno la grande ricchezza umana e del
carcere, che non è solo luogo di abbandono e luogo di educazione alla
delinquenza, ma può e deve diventare luogo di recupero alla socialità e di
valorizzazione di quelle che sono idee e delle buone pratiche dei detenuti. “Cucinare
al fresco” può essere una strada interessante per far capire a chi è in carcere
che c’è la possibilità di cambiare. Tutto
il ricavato della vendita del magazine e dei volumi verrà rivestito per altri progetti
nell’ambito di questa bella iniziativa che nelle prossimi mesi si allargherà ulteriormente
anche a Milano, visto che il direttore del carcere di Opera ha già chiesto di
poter portare il progetto all’interno del più grande carcere di Lombardia.
Con il permesso di Arianna Augustoni, che ringrazio facendole i complimenti per
l’idea, vi propongo la versione pdf del Magazine invitandovi, se siete dalle
parti di Como, a passare dalla libreria Ubik per acquistare un ricettario e
sostenere il progetto.