Era già tutto, o quasi, scritto nel “Libro nero della Lega” di Giovanni Tizian e Stefano Vergine, pubblicato da Laterza nello scorso mese di febbraio, ma i contorni di quello che potremmo battezzare il Russia Gate si stanno facendo sempre più inquietanti.
Al centro dell’attenzione dei media (e dei giudici) è finito soprattutto Gianluca Savoini, che sarebbe l’emissario di Salvini in Russia e avrebbe trattato un finanziamento milionario a favore della Lega. Savoini è attualmente membro di uno degli organismi di garanzia della regione, il Corecom, che si occupa di comunicazioni.
A seguito degli ultimi sviluppi dell vicenda, come capigruppo di minoranza in Consiglio regionale lombardo abbiamo scritto al presidente del Consiglio regionale segnalando il fatto che un uomo di parte come Savoini non ci sembra nelle condizioni di ricoprire detto ruolo di garanzia.
Qui di seguito la nostra lettera e qualche ulteriore informazione sulla vicenda.
Il libro di Tizian e Vergine non aveva destato troppa attenzione, un po’ di più i loro articoli su “L’Espresso”, ma ora l’audio pubblicato da Buzzfeed ha fatto letteralmente esplodere il caso.
(qui la trascrizione dell’audio di Buzzfeed)
In queste ore molti dei protagonisti politici diretti o indiretti della vicenda stanno tentando di scaricare Savoini o di minimizzare la vicenda con toni anche sarcastici (vedi Salvini), ma credo che non sarà un’operazione così semplice.
Sui possibili reati di corruzione internazionale si pronuncerà la procura, ma dal punto di vista politico è innegabile che Gianluca Savoini sia attivo e influente da anni in ambito leghista.
Nato il 27 settembre 1963 ad Alassio, Savoini si è laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano. Giornalista professionista, ha iniziato a collaborare giovanissimo al “Corriere Mercantile” di Genova e poi, divenuto giornalista pubblicista nel 1985, è passato a collaborare con diverse testate, tra le quali “Il Giornale” (inizialmente a Genova e poi nella redazione di Milano), “L’Indipendente”, “Italia settimanale”, “La Padania”.
Nella sua esperienza giornalistica è stato caposervizio, caporedattore e inviato, diventando nel 2006 Direttore della Struttura Stampa del Consiglio regionale della Lombardia, quando presidente del Consiglio Regionale era Attilio Fontana, attuale presidente della Lombardia. Successivamente Savoini entra in quota lega nel Corecom della Lombardia, di cui tutt’ora è vice presidente.
Dal suo curriculum si evince anche che ha ricoperto il ruolo di dirigente responsabile della Comunicazione Istituzionale presso l’agenzia “Italia Lavoro”, a Roma con il Ministro del Welfare dal 2003 al 2006 durante gli anni in cui il dicastero era guidato da Roberto Maroni.
Savoini non può certo essere uno sconosciuto in casa Lega.
Il suo legame con la Russia è prima di tutto sentimentale, visto che sposa una cittadina russa e vive a San Pietroburgo per circa 3 anni all’inizio degli anni 2000.
Conosco personalmente Savoini e, pur non condividendo praticamente nulla della sue idee (tifo per la Juve compreso), gli riconosco fiuto, professionalità e grande capacità relazionale, anche se non sempre trasparente, come dimostrano i fatti che stanno emergendo. Ho sempre avuto con lui un rapporto cordiale, anche se molto distaccato, e gli auguro di poter dimostrare di non aver commesso illecito alcuno. Con l’ascesa irresistibile di Salvini credo però di poter dire che ha definitivamente abbandonato i panni del giornalista per vestire quelli di uomo di potere, anzi, di faccendiere.
Il resto è storia recente, con Savoini che compare a più riprese con la sua associazione culturale Lombardia Russia al tavolo di incontri ufficiali con diversi consiglieri regionali della Lega, come si può facilmente verificare da quanto postato sul suo profilo twitter.
Sul sito dell’associazione Savoini cura anche una rubrica di geopolitica intitolata “Dietro le quinte” e propone molte riflessioni riguardo l’opportunità di un rinnovato rapporto con la madre Russia.
In un invidiabile attivismo, Savoini negli ultimi tempi è comparso in moltissimi incontri tra Italia e Russia. Ultimo esempio la cena di qualche giorno fa a Palazzo Farnese in occasione della visita lampo di Putin a Roma. Lo si vede anche seduto al tavolo ufficiale della delegazione durante la visita del Presidente del Consiglio Conte a Putin. Ora lo stesso Conte sostiene di non avere idea di chi sia Savoini e questo, un po’ , mi preoccupa perché significherebbe che il Presidente del Consiglio non ha contezza di chi compone la sua delegazione ufficiale.
A meno che Gianluca Savoini non sia un incredibile mix tra Zelig e Forrest Gump capace di intrufolarsi in decine di incontri ufficiali a insaputa dei protagonisti degli stessi.