E’ meglio essere realisti e investire sulle infrastrutture che già esistono, rendendole efficienti e funzionali. E’ prevalso il realismo durante l’incontro organizzato dal PD a Lecco sui trasporti sull’asse Milano Valtellina in vista delle Olimpiadi del 2026.
Il tempo non è molto, 6 anni per infrastrutture complesse sono davvero pochi, quindi bisogna avere idee chiare e agire subito.
Il consigliere regionale democratico Raffaele Straniero, introducendo i lavori, ha ricordato come la settimana in cui sono state assegnate le Olimpiadi a Milano e Cortina è stata caratterizzata da altri eventi che devono far riflettere: la debacle di Trenord a causa del caldo, con ritardi e cancellazioni, e la chiusura della galleria del Monte Barro, sulla SS36, appena prima di Lecco, che ha creato ingorghi enormi in tutti i paesi della zona. Coincidenze che devono far riflettere, secondo Straniero, su quello che potrebbe accadere durante le Olimpiadi se non si porrà mano alle infrastrutture.
Il sindaco di Lecco Virginio Brivio, raccomandando di concentrarsi sulle infrastrutture esistenti, ha ricordato quelle che a suo parere sono gli interventi più urgenti per il capoluogo lagheé: la soluzione del problema dell’attraversamento in sotterranea della città, vietato oggi ai mezzi che trasportano esplosivi, e la riqualificazione della stazione ferroviaria, che non accessibile ai disabili, se non al binario 1, e ha banchine troppo corte per i treni più lunghi. Accanto a queste emergenze, Brivio ha sottolineato la necessità di mettere in sicurezza il tratto del lago della SS36 e di completare la Lecco Bergamo, affidandola interamente ad ANAS.
I due interventi tecnici sono stati affidati a Luciano Minotti, già direttore di TEEM, e a Luigi Legnani, già amministratore delegato di Trenord.
Minotti ha elencato i punti critici della SS36 e della diramazione che in Valtellina prende il nome di SS38. In Valle le tangenziali di Tirano e il completamento di quella di Sondrio; sul lago gli svincoli di Piona e Mandello e il peduncolo di Dervio, per poter effettuare by-pass in caso di problemi legati a frane, e, soprattutto, la galleria di Monte Piazzo che continua a “muoversi”. Oltre al già citato attraversamento di Lecco, Minotti ha evidenziato la vetustà e pericolosità del tratto tra Giussano e Lecco, che avrebbe bisogno della terza corsia, della manutenzioni di ponti sempre più vecchi e della sistemazione di svincoli che sono mal progettati e spesso troppo vicini tra loro.
Luigi Legnani ha confermato che in 6 anni non si può pensare di fare molto più della sistemazione dell’esistente, invitando a evitare qualsiasi fuga in avanti con sogni irrealizzabili come trafori o prolungamenti ferroviari fino a Bormio. Secondo l’ex dirigente Trenord è fondamentale stabilire quale servizio si voglia garantire e sulla base di questo individuare gli interventi più urgenti. Questi possono riguardare i passaggi a livello in Valle, la creazioni di nuove intersezioni per gestire il problema del binario unico e l’acquisto di nuovi treni, che peraltro sono già stati ordinati. Già così si potrebbe migliorare di molto il servizio e guadagnare almeno una ventina di minuti di percorrenza tra Lecco e Sondrio. Altri interventi potrebbero essere utili, ma richiedono molto più dei 6 anni che ci separano dalle Olimpiadi.
Si sono quindi alternati interventi di esponenti politici, come il sindaco di Bellano, il presidente della Provincia di Lecco e il deputato PD Fragomeli, a sollecitazioni di rappresentanti di realtà economiche come Confindustria e Api. Da tutti la consapevolezza che l’occasione della Olimpiadi deve diventare un acceleratore per interventi che da tempo sono ritenuti necessari. L’assessore regionale Sertori ha assicurato che la Giunta regionale ha già individuato gli interventi e le risorse necessarie e che si è già messa in moto la macchina che deve far partire e realizzare i lavori, come peraltro è già stato fatto, soprattutto in Valtellina negli ultimi 10 anni con il collegamento tra Colico e Delebio e la tangenziale di Morbegno. Sertori si è detto ottimista, anche se ha raccomandato di stare in guardia rispetto alla trappola della burocrazia che è sempre in agguato.
A me e toccato concludere l’incontro con poche riflessioni e la promessa di non mollare la presa sul tema infrastrutture tra Milano e la Valtellina: in quest’ottica, il PD proporrà già a settembre due altri appuntamenti in Brianza e in Valtellina.
Dopo aver ricordato come il bilancio della regione presenti ancora circa 17 milioni da saldare per i lavori dei mondiali di Bormio del 2005, a causa di contenziosi ancora in corso, ho sottolineato come Regione Lombardia debba assumere il ruolo fondamentale di coordinamento degli interventi, coinvolgendo tutti i soggetti interessati. Se manca la regia il rischio è che si parta con ritardi difficilmente poi recuperabili.
Mi sono anche permesso di raccomandare l’intermodalità, ovvero la possibilità di utilizzare una pluralità di mezzi per raggiungere i luoghi olimpici. Non va trascurata anche la realizzazione di luoghi di ricarica per veicoli elettrici, visto che nei prossimi anni è previsto un vero boom in questo settore e una zona ricca di energia come la Valtellina non può che esserne protagonista.
Ho sottolineato anche come sia importante prevedere luoghi di sosta e recettività adeguati lungo l’intero percorso tra Milano e Livigno. Si attraversano luoghi incantevoli e bisogna fare in modo che vengano conosciuti e frequentati, anche perchè non è detto che si debba attendere il giorno della gara necessariamente a Bormio o a Livigno.
L’incontro di Lecco ha permesso di mettere attorno a un tavolo molti dei soggetti interessati alla questione dei collegamenti infrastrutturali olimpici, si tratta ora di non abbassare la guardia e credo che la nostra proposta di una commissione speciale per le Olimpiadi in Consiglio regionale o la nascita di osservatori indipendenti nei vari territori potrebbero avere un senso per sollecitare l’inizio e la realizzazione puntuale e sostenibile dei lavori.
Apprezzo molto il suo intervento e le sue riflessioni ma da Valtellinese d’adozione e da persona che si riconosce nei valori della Sinistra le chiederei di puntare più in alto e non fermarsi a discutere di progettualità di breve respiro.
Al di là delle criticità legate alla governance della Regione ed agli evidenti problemi idrogeologici presenti nell’area il più grande dramma da risolvere è l’isolamento dell’Alta Valtellina oltre alla captazione dei flussi turistici provenienti dal Nord Europa.
Sfruttando il Traforo del Brennero come volano bisogna creare il collegamento ferroviario Tirano-Bormio ed il tunnel dello Stelvio, se non ora quando?
Quando sarà possibile, se non con l’esposizione mediatica di un grande evento, venire incontro alle esigenze di un Provincia che pesa quanto un quartiere di Milano? La Valtellina ha bisogno di potenziare i suoi collegamenti ferroviari ed estenderli in modo da essere meglio collegata con le Provincie confinanti e delineare uno sviluppo per i prossimi, non 5, ma 20/30 anni. Vi sono molti progetti rimasti sulla carta che per diversi motivi non si è potuto portare avanti: traforo ferroviario del Mortirolo, collegamento ferroviario di Chiavenna con la Mesolcina e Val Bregaglia.
E’ il momento giusto per portarli a termine o per lo più avviarli.
Il mio non è solo un sogno, è anche una visione strategica di quello che deve fare la Sinistra per scardinare il sistema di potere di PdL e Lega che ha messo radici e ora mostra la corda.