Un carcere pieno dà più sicurezza?

16 Maggio 2019 di fabio pizzul

Aumenta il numero dei detenuti, ma diminuisce il numero di reati. E’ quanto accade in Italia negli ultimi mesi secondo il rapporto di Antigone sul sistema penitenziario del nostro paese.
Le presenze in carcere sono cresciute di 800 unità rispetto al 31 dicembre 2018 e di quasi 3.000 rispetto all’inizio dello scorso anno. Il tasso di sovraffollamento (il rapporto tra presenze e posti letto) sfiora il 120%, e in 42 istituti (uno su cinque) il 150%.
La Lombardia è tra le regioni con il maggior tasso di sovraffollamento e il caso più critico è quello del carcere milanese di Opera che ospita 387 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare.
Riempire le carceri non crea maggiore sicurezza, ma solo più disagi per chi ci lavora.

Non si può ancora parlare di emergenza, ma il trend è in continua ascesa e il livello di crisi del 2013, che causò anche una condanna della Corte Europea dell’Aja, non è così lontano.
Sono moltissimi i detenuti in attesa di sentenza: al 31 dicembre 2018, 19.565 detenuti, in pratica uno su tre (il 32,8% del totale) erano in carcere in attesa di condanna definitiva.
Una situazione di questo genere mette a rischio i diritti dei detenuti, ma soprattutto crea grande difficoltà al lavoro degli agenti di polizia penitenziaria.
Il sovraffollamento è anche conseguenza di una concezione distorta del carcere, spesso inteso come unica modalità per far scontare la pena. Se si desse maggior spazio alle misure alternative si potrebbe avere una maggiore efficacia nell’esecuzione della pena (tra l’altro con minori tassi di recidiva) e migliorare la situazione delle carceri e con essa il lavoro degli operatori.
Nel primo semestre del 2018 le persone in misura alternativa erano 44.287 sull’intero territorio nazionale. Nello stesso 2018 ne sono state revocate in tutto 1.509, ovvero il 3,4%.  Di queste solo 201, lo 0,5%, per la commissione di nuovi reati. Il sistema delle misure alternative dunque non mette a rischio la sicurezza dei cittadini e ha il  vantaggio di rafforzare i percorsi di inclusione e di contrastare la recidiva.
Se dobbiamo allora parlare di sicurezza, sono proprio le misure alternative a rendere più sicure le nostre comunità.

A proposito di carcere, ne parleremo il prossimo 1 giugno alle 19.30 durante una cena al Refettorio Ambrosiano, alla presenza del dott. Luigi Pagano, provveditore alle carceri di Lombardia in pensione da poche settimane, e del cappellano del carcere di San Vittore don Marco Recalcati.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *