
L’invasione pacifica è iniziata. A Milano si vedono penne
nere ovunque e continueranno ad arrivarne fino a domenica. Questa mattina ho
partecipato alla cerimonia dell’alza bandiera con cui è iniziata in Piazza
Duomo la 92^ Adunata Nazionale degli Alpini.
Esattamente 100 anni fa, l’8 luglio 1919, in Galleria Vittorio Emanuele, veniva
ufficialmente presentata la bandiera della neonata Associazione Nazionale
Alpini che oggi conta più di 450.000 iscritti.
E’ il caso di dire che in questi giorni ci sentiremo un po’
tutti Alpini.
Gli Alpini sono un vero patrimonio nazionale e incarnano valori che stanno alla
base della nostra convivenza come sacrificio, solidarietà e fratellanza.
Il ricordo di quanto fatto dagli Alpini in occasione delle guerre del ‘900 si
trasforma in gratitudine per quanto l’Associazione Nazionale Alpini continua a
fare un po’ in tutta Italia, come dimostrano i 6,23 milioni di euro
destinati alla beneficenza e le 2,62 milioni di ore di lavoro (per un
controvalore di 71 milioni di euro) nel solo 2018.
Milano e la Lombardia sono orgogliose delle penne nere che offrono un grande
contributo in moltissimi comuni della regione con un volontariato sociale e
civile che rafforza le nostre comunità locali.
Milano, tra l’altro, è la città del V Reggimento Alpini e questo fa sì che
moltissimi milanesi e lombardi abbiano passato il loro servizio militare in
questo corpo e conservino con gelosia e orgoglio il loro cappello con la penna
nera.
Quando, ormai molti anni fa, mi sottoposi alla visita di leva, mi ricordo che
indicai come mia preferenza riguardo il corpo in cui svolgere il servizio
militare proprio gli Alpini, anche in virtù dell’esperienza di mio padre che ricorda
con orgoglio di essersi congedato con il grado di tenente dopo aver passato un
periodo al Centro Addestramento Alpino di Aosta. La mia scelta personale fu poi
quella di essere obiettore di coscienza e di svolgere il servizio civile, ma
questo non scalfisce la stima per il corpo degli Alpini che, tra l’atro, mi
pare il meno incline a retoriche di carattere bellico concentrato com’è su una
dimensione di servizio alla collettività. Lo dimostra anche lo stile con cui si
sta svolgendo l’adunata a Milano: gli Alpini lasceranno diverse eredità, tra
cui la piantumazione di una porzione di parco a Rogoredo e la sistemazione del
Parco Lambro. La foto di due alpini che verniciano di verde una panchina
imbrattata in piazza Leonardo da Vinci è già diventata quasi un’icona di questa
adunata.
Mi auguro che, in un tempo contrassegnato da crescente individualismo e rancore
diffuso, il messaggio di condivisione e appartenenza che la 92^ adunata nazionale
farà partire da Milano possa contagiare un po’ tutta Italia e restituisca al
nostro Paese l’orgoglio della responsabilità e la bellezza dello stare assieme.
In un tempo in cui sembriamo individui che non appartengono a nessuno se non a
se stessi, lo spirito di corpo e di appartenenza degli Alpini credo ci dia una
scossa salutare: si può stare assieme mettendosi a disposizione degli altri e
non solo contro qualcuno.
Se non sei “sportivo” meglio evitare il centro città quando ci sono gli Alpini… ma se sei una vera persona va e fatti “abbracciare” da questi uomini (e ora, forse, anche da queste donne) che indossano un cappellino con la penna nera… ti offriranno da bere e bevi insieme con loro un “goto de vin”. E ammirali: è vero quello che dice Fabio e che piace a me che abolirei armi ed eserciti. Gli Alpini sono una forza della natura e una forza della società civile, sono servitori di un ideale ancora oggi, quando si spendono per ridare vita a zone morte per molti motivi. Oggi e domani eviterò il centro di Milano con grande dispiacere perché non sono più tanto “sportiva” e comunque ferro un “goto de vin” alla salute di quanti invece saranno alle varie manifestazioni. Viva le Penne Nere!