Le fiamme che hanno devastato Notre Dame ci hanno lasciato
sgomenti e senza parole.
Uno dei simboli più solidi della cultura francese ed europea è finito in cenere
davanti ai nostri occhi.
I danni sono ingentissimi, ma la struttura, a quanto dicono i vigili del fuoco
della capitale francese, reggerà.
Le immagini delle fiamme che divoravano il tetto trecentesco e la folla in
silenzio tra lacrime e preghiere dicono molto della nostra fragilità e
impotenza di fronte alla furia degli elementi. L’apparente onnipotenza della
tecnica si sgretola di fronte a fiamme incontrollabili.
A noi tutti è parso assurdo che non si riuscisse a
intervenire.
Il presidente statunitense Trump, con il solito tweet, ha dato voce a quanto la
gran parte di noi ha pensato: mandate gli aerei e spegnete le fiamme. Banale,
logico, immediato. Sì, ma anche folle nella sua incompetenza: un intervento del
genere, ci hanno spiegato unanimi i tecnici, avrebbe fatto collassare
definitivamente la struttura e avrebbe trasformato l’incendio in una bomba
devastante.
La cattedrale di Notre Dame, per i francesi e gli europei tutti, è una pietra
fondante un’identità religiosa e culturale che, al di là delle convinzioni
personali, qualifica l’idea stessa di Europa.
La memoria può essere conservata in tanti modi, ma la distruzione di un simbolo
così universale lascia un segno indelebile che può aprire a diverse prospettive:
da un lato l’esaurirsi di una tradizione, dall’altro il rilancio, la rinascita
della stessa. Dalle ceneri di Notre Dame può sorgere la nuova Europa o può spegnersi il
sogno europeo.
Quanto accaduto ieri a Parigi ci conferma la fragilità delle cose umane, ma
suggerisce anche la straordinaria forza che può sorgere dalla condivisione collettiva
di un dramma. La folla che, silenziosa e unita, si è assiepata sulle rive della
Senna testimonia quanto la potenza simbolica di una cattedrale vada oltre ogni
dimensione virtuale e muova sentimenti profondi di appartenenza e voglia di
ricostruire percorsi di riconoscimento reciproco.
Il fragile cuore dell’Europa ieri a Parigi è bruciato in modo irreparabile o,
seppur ferito, si è acceso per una nuova rinascita. Tocca anche a noi, non solo
ai francesi, decidere quale strada prendere.
Io lo voglio leggere come una similitudine della Chiesa di oggi: devastata dal fuoco delle critiche, degli scandali, delle lotte di potere….. chi sono i pompieri de devno spegnere queste fiamme e salvare la struttura?…….e la struttura che resite puo’ essere ricostruita.
Gia’ un Francesco é stato chiamato per ricostruire e salvare la Chiesa e a trovato dei compagni in questa avventura….
Un saluto da una Parigi che ancora una volta é stata ferita ma che non affonda
Fluctuat nec mergitur