
In un tempo in cui la politica è degradata a livelli
impensabili, il percorso di Giuseppe Guzzetti ha tentato di inverare l’ispirazione
cristiana nei valori civili della solidarietà verso i più deboli e fragili e
della sussidiarietà per le istituzioni democratiche che crescono in libertà.
Con queste parole Giovanni Bazoli ha concluso il suo intervento presso l’Ambrosianeum
di Milano, in occasione della consegna del premio Lazzati al presidente della
Fondazione Cariplo.
Il presidente della Fondazione Amborsianeum, Marco Garzonio,
ha tracciato una breve biografia di Guzzetti in apertura della serata,
ricordando come la sua consuetudine con il premiato risale agli anni ’70 quando,
appena arrivato al Corriere della Sera, toccò proprio a lui realizzare la prima
intervista con Guzzetti neo presidente di Regione Lombardia. Garzonio ha
ricordato il tratto severo e cordiale di Guzzetti e la sua capacità di entrare
in sintonia con collaboratori e avversari politici, tenendo sempre lo sguardo
fisso sulle istituzioni che ha servito da presidente regionale, da senatore e
negli ultimi due decenni da presidente della Fondazione Cariplo e dell’Associazione
Casse di Risparmio Italiane (ACRI).
Bazoli ha voluto sottolineare come Guzzetti abbia il merito di aver costruito,
con un lavoro prezioso e lungimirante, le fondazioni di origine bancaria, una
delle poche vere novità positive della società italiana degli ultimi decenni.
Capaci di garantire ingenti risorse ai territori in cui sono insediate, le
fondazioni sono state tenute al riparo dalle insidie della corruzione e si sono
collocate in un terreno sociale di incontro tra il privato e le istituzioni con
una originalità intuita dal compianto Beniamino Andreatta e concretizzata dal
rigoroso impegno di Guzzetti.
Guzzetti e Andreatta, ha sottolineato Bazoli, sono stati punti di riferimento
fondamentali, due laici che hanno espresso in modo esemplare una vocazione
sociale del cristianesimo cui non è stata estranea la scuola di formazione
della Democrazia Cristiana.
In molti, in questi anni, hanno guardato a Guzzetti come a un uomo di potere,
ha ammesso Bazoli, ma il potere è stato da lui esercitato pensando a progetti
di alto valore e respiro sociale, fondati su una concezione cristiana tutta
rivolta alla protezione dei più fragili, degli ultimi. L’esperienza di
Guzzetti, ha ribadito Bazoli, conferma come i valori cristiani per essere veri
debbano passare dal confronto con la concretezza della vita.
Guzzetti, emozionato e quasi imbarazzato dall’elogio che gli è stato riservato,
ha voluto da parte sua ricordare l’importanza delle sue origini contadini, in
una cascina di Turate, saldamente ancorato alla tradizione cattolica ambrosiana.
Una realtà nella quale i preti sono sempre stati portatori di valori come
onestà, senso di comunità e solidarietà che hanno dato vita a forme di
mutualismo e cooperazione che, ha precisato Guzzetti, hanno accompagnato tutta
la sua vita.
Il già presidente della Lombardia ha voluto poi ricordare il grande contributo
offerto in questi anni da Fondazione Cariplo, capace, soprattutto grazie al
grande livello della squadra dei collaboratori, di inventare strade nuove ed
esplorare temi difficili con una speciale attenzione all’innovazione.
Guzzetti ha raccomandato di non considerare la coesione sociale come un
obiettivo da raggiungere, ma come una condizione indispensabile per qualsiasi
comunità. L’obiettivo che sta alla base dell’attività della Fondazione, ha
ricordato Guzzetti, è il fatto che ciascuno deve sentirsi pienamente
realizzato, indipendentemente dalla sua condizione di minore in povertà, di
giovane ai margini, di anziano, di nuovo arrivato… Guzzetti ha voluto anche
ricordare la sfida che si è posta Fondazione Cariplo: eliminare entro tre anni
la povertà minorile a Milano, dove vivono 21.000 bambini al di sotto della soglia
di povertà.
Tanti gli amici di Giuseppe Guzzetti presenti presso la Fondazione
Ambrosianeum, a testimonianza dei tanti percorsi sociali, ecclesiali ed
economici che il presidente della Fondazione Cariplo ha saputo attraversare e
accompagnare, un patrimonio che è affidato alla comunità milanese e lombarda e
che è responsabilità di tutti non disperdere.