Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato oggi all’unanimità il Programma triennale per l’innovazione e il trasferimento tecnologico. Un documento importante, che colma una lacuna per la Lombardia che negli ultimi anni non ha ragionato davvero in termini di innovazione trasversale.
Approvando questo piano si raggiunge un obiettivo che mi pare più tecnico che politico: le strutture della regione hanno lavorato in modo brillante e con un’ampia consultazione del sistema lombardo, ma la politica è stata a guardare e oggi ratifica linee strategiche importanti che assume in maniera sostanzialmente acritica.
Lo stesso percorso in commissione è stato per lo meno singolare: è stato discusso solo in commissione VII, anche se si occupa di ben otto ecosistemi come nutrizione, salute e life science, cultura e conoscenza, connettività e informazione, smart mobility e architecture, sostenibilità, sviluppo sociale, manifattura avanzata. Temi così importanti e ampi che avrebbero richiesto il passaggio in tutte le commissioni consiliari con una vera discussione politica che desse il segno della volontà di mettersi davvero in un’ottica di innovazione in tutti i campi citati.
Così non è stato e la stessa discussione in Consiglio ha dimostrato lo scarso investimento politico sulla dimensione dell’innovazione: la Lombardia continua a essere formalmente nell’associazione dei 4 motori d’Europa, ma ha da tempo abdicato alla sua spinta verso l’innovazione che si manifesta grazie alla forza del sistema della formazione, della ricerca e dell’economia lombarda, spesso, è il caso di dirlo, nonostante l’inerzia della politica. Sui temi dell’innovazione l’Europa corre e la Lombardia segna il passo, anche perché chi governa questo Paese ha un atteggiamento contraddittorio verso di essa, la accusa di ogni nefandezza ed è ben contento però di utilizzarne i fondi senza peraltro utilizzarli sempre al meglio.
Il PD ha votato comunque a favore del Piano triennale per l’innovazione per sottolineare il buon lavoro fatto dai tecnici e per sollecitare la politica regionale a darsi una mossa.