Quando il caro estinto ha la coda

20 Febbraio 2019 di fabio pizzul

La nuova legge regionale lombarda sui servizi funebri e cimiteriali, completamento della cosiddetta evoluzione del sistema socio sanitario regionale, è stata approvata con grande soddisfazione della maggioranza, Forza Italia in particolare, ma presenta più di qualche aspetto delicato. Ho votato contro la nuova legge.
Due questioni hanno stanno facendo molto discutere: la sepoltura dei feti e quella degli animali domestici.

L’intenzione generale della legge è, come sempre accade, positiva, ma sono in agguato diverse insidie: tutelare le famiglie che si trovano a dover affrontare il dolore per la perdita di un congiunto è doveroso, ma la nuova normativa si muove a cavallo tra aspetti sanitari e commerciali e in più di un passaggio sembra fare l’occhiolino agli operatori privati più che al ruolo del pubblico che deve garantire un accesso generale e al più basso costo possibile a questi servizi.
Il PD è riuscito ad evitare, ad esempio, che le case del commiato fossero solo private, ma rimangono forti perplessità sui requisiti minimi per i centri di servizi funerari e le filiali territoriali delle imprese, visto che la legge pone limiti e vincoli che potrebbero favorire i grandi operatori a scapito delle piccole imprese.
La legge tocca anche due temi particolarmente sensibili: l’obbligo di sepoltura dei prodotti del concepimento e la possibilità di seppellire gli animali domestici con i loro padroni.
Sul primo aspetto è stato approvato, con una modifica voluta dall’assessore al welfare Gallera, un emendamento proposto dal PD che supera l’obbligo in capo ai comuni di dare sepoltura ai frutti del concepimento, ovvero agli embrioni entro i 90 giorni dal concepimento secondo i limiti definiti dalla legge 194. In Lombardia vigeva, sulla base di una norma approvata nel 2007, l’obbligo di sepoltura dei feti  a cura dei comuni. In ben pochi casi la legge veniva applicata, se non quando la donna prendeva l’iniziativa o qualche associazione si faceva carico della procedura (in alcuni casi venivano raccolti i feti negli ospedali per procedere alle sepolture). Con l’emendamento approvato all’unanimità ieri, si prevede che la sepoltura avvenga su esplicita richiesta della donna: un tema molto delicato che credo si stato trattato con rispetto aggiungendo una buona mediazione e andando a superare una situazione in cui veniva enunciato un principio che poi non veniva, se non in pochi casi, reso concreto.
Riguardo la sepoltura delle ceneri degli animali domestici (in apposita teca) nella tomba del padrone, confesso di aver vissuto con molto disagio la superficialità con cui è stato trattato l’argomento.
In aula ho sentito solamente interventi all’insegna della necessità di dare seguito al legame affettivo che si crea con gli animali domestici con la possibilità di averli al proprio fianco anche nella tomba. Nessun accenno, neppure di striscio, al rispetto di luoghi santi come i cimiteri che, fino a prova contraria, per le confessioni religiose rappresentano più di un semplice deposito di bare. Mi si potrà dire che anche il Papa benedice gli animali, ma da qui a trattare un cane alla stregua di un battezzato credo ci sia una bella differenza. Nei cimiteri, sulla base del rispetto delle diverse sensibilità personali, esistono aree destinate a persone non battezzate o appartenenti a diverse religioni, il fatto di prevedere la presenza di ceneri di animali può sembrare banale, ma apre molte questioni riguardo la considerazione della persona e il trattamento della stessa rispetto agli altri esseri viventi.
Il paradosso è che non ci si sia neppure preoccupati di ascoltare le posizioni dei rappresentanti delle diverse religioni. Una superficialità che non fa onore all’istituzione e che la dice lunga sulla considerazione pubblica della vicenda religiosa. Qualche consigliere regionale nei corridoi ha anche teorizzato il fatto che la religione non debba avere ingerenze in leggi civili.
Rispetto tutti coloro che hanno un legame particolare con i propri animali domestici, ma rimango convinto che una persona sia ben diversa da un cane o un gatto e che anche la dimensione simbolica della sepoltura debba mantenere questa distinzione.
La nuova legge regionale godrà sicuramente di una grande consenso nell’opinione pubblica, ma personalmente non la ritengo una grande conquista.  Gradite, ovviamente le vostre considerazioni.

Un commento su “Quando il caro estinto ha la coda

  1. Gianluca D'Elia

    Distinto Consigliere Pizzul, un plauso ed un ringraziamento per ciò che concerne la prima tematica (sepoltura feti).
    Rimango molto perplesso della Sua posizione circa la seconda tematica, ovvero delle ceneri degli animali domestici (in apposita teca) nella tomba del padrone.
    Sono d’accordo che si potrebbe aprire una o più disquisizioni psicologiche, filosofiche, teologiche anche, etc. sull’argomento “animali d’affezione” e tali discussioni non porterebbero alla fine a nulla… Far prevalere il buonsenso, sono d’accordo: un essere a quattro zampe non potrà mai avere il valore dell’essere umano, ci mancherebbe! Tuttavia non siamo più dipendenti dalle “sepolture come luoghi sacri” di foscoliana memoria ed anzi i cimiteri purtroppo si stanno espandendo troppo e, qui mi permetto, occorrono a mio modesto avviso incentivi nazionali per chi si fa cremare. Il buonsenso vuole che la terra sia destinata ai vivi, non ai cadaveri.. Anche la stessa Chiesa Cattolica ammette ora in modo aperto la cremazione che non è una pratica per anticlericali o atei. Tornando al discorso, i cimiteri sono luoghi comunque LAICI, di pertinenza squisitamente comunale. Lei potrà obiettarmi che rientriamo nella questione del “buon senso”, ma ciò non toglie che una tomba esprime la volontà di una persona, di una famiglia. Talvolta anche in maniera forte (fioriere, muretti, luci, decorazioni, etc.). Mi perdoni ma è vero: la religione non deve avere ingerenze in leggi civili. Che danno può fare l’urna di un animale domestico accanto a quella dell’umano per il quale, magari, tale essere ha rappresentato un affetto molto più grande che non una persona? Tenga presente che al giorno d’oggi le statistiche parlano chiaro: una famiglia su tre possiede un animale d’affezione, che è e diverrà sempre più parte sempre più integrante del nucleo familiare. Non ritengo pertanto corretta la sua considerazione, o comunque piuttosto riduttiva. Con ciò Le fa onore aver sollevato una questione così delicata . Cordialità

    Replica

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *