Il percorso verso il biglietto unico per il trasporto
pubblico locale si complica.
Regione Lombardia non concede il via libera a Milano per far partire la tariffa
unica integrata tra la città e i comuni dell’hinterland. Milano, a questo
punto, rischia di non poter partire con il nuovo sistema di tariffa integrata
che aumenterebbe il biglietto singolo a 2 euro, ma allargato la fascia urbana
ben oltre i confini della città. Il paradosso è che, senza un atto
amministrativo della Regione, il Comune di Milano non potrebbe neppure
aumentare il biglietto a 2 euro, ma al massimo a 1,70.
Milano e la Città metropolitana sono pronti, ma la Regione frena.
Il biglietto unico è previsto da una legge approvata in
regione nel 2012, ma da allora tutto è fermo.
I problemi tecnici non mancano, ma l’impressione è che sia la politica a voler
frenare Milano e il troppo intraprendente sindaco Sala.
Vediamo nel dettaglio i problemi tecnici che ha elencato oggi in commissione l’assessore ai trasporti Terzi (con miei commenti tra parentesi):
– presenza di 65 diversi sistemi tariffari in Lombardia (Milano avrebbe solo il problema della diversa tariffa con Trenord)
– il “ferro”, ovvero Trenord, non ha abbonamento studenti under 26 (sarebbe ora lo facesse)
– le tariffe ferroviarie sono oggi più basse, dovrebbero adeguarsi (è singolare che per gli stessi tragitti si paghino oggi cifre diverse)
– problemi per i comuni sul confine tra province (non mi paiono insormontabili)
– eccessivo lo sconto che ATM oggi fa per abbonamenti rispetto a biglietto singolo (e sarebbe un problema? Non incentiva forse l’utilizzo: piuttosto, allora, si aumenti biglietto singolo per agevolare abbonamenti!)
– se parte l’agenzia dei trasporti di Milano e Monza con tariffazione unica dovrebbero poi farlo in tempi brevi anche le altre in regione (e che facciamo freniamo Milano che è già pronta? Piuttosto diamo deroga alle altre, se proprio non ce la fanno…).
Se questi sono i problemi tecnici, li si risolva. Siamo o
non siamo in Lombardia?
Questa mattina, però, è emerso un altro aspetto della vicenda, tutto politico.
I consiglieri di Lega e Forza Italia hanno detto chiaramente che, dal loro
punto di vista, tutta questa manovra serve a Milano per far quadrare i conti di
un bilancio disastrato e Sala non può permettersi di trovare i soldi che gli
servono aumentando il biglietto.
Un attacco solo politico e assolutamente ingiustificato perché Milano negli
ultimi anni si è pagata da sola l’aumento del servizio del trasporto pubblico
con una nuova linea metropolitana e molte più corse di mezzi di superficie. Di
fronte a questo, la regione non ha aumentato di un solo euro il suo contributo
al Comune di Milano per il trasporto pubblico.
Qual è l’intenzione della regione? Sviluppare davvero un servizio pubblico
efficiente e semplice per i cittadini o creare difficoltà a Milano perché è amministrata
dal centrosinistra?
Quanto ho ascoltato questa mattina mi porta a considerare valida l’ultima
risposta, quella politica.
Spero che le cose non siano così e che nei prossimi giorni ci possa essere un
definitivo chiarimento tra Milano e la Lombardia.
Rimango allibito dinanzi a questo continuo ostracismo del governo regionale. Il sistema tarriffario integrato ed il biglietto unica per l’area metropolitana di Milano sono elementi essenziali per consentire all’utenza del trasporto pubblico ferroviario e locale di risparmiare sull’abbonamento e favorire gli spostamenti ravvicinati tra i comuni di Città Metropolitana e Milano. Pensiamo solo alle possibilità di arrivare da Rozzano o Assago e potere cirolare ancora in città senza fermarsi alla cerchia della 90/91 oppure andare a Sesto San Giovanni o Vimodrone utilizzando la metropolitana. Confido negli sforzi del sindaco Sala e dell’assessore Granelli e di tutto il gruppo PD regionale. Grazie per l’impegno tuo e di Pietro Bussolati.