Nella corsa alla segreteria nazionale del PD, Matteo Richetti ha deciso di affiancarsi a Maurizio Martina, dando vita a quello che in gergo si definisce “ticket”.
Nelle scorse settimane non ho nascosto un mio sostegno al percorso di Matteo Richetti, che credo abbia fatto ora una scelta coraggiosa nel mettersi a disposizione di un possibile progetto di rilancio del PD. Il tentativo è quello di recuperare l’idea iniziale del progetto democratico, ovvero la costruzione di una forza politica plurale e capace di aprirsi alla società e ai corpi intermedi. Nel confronto tra Zingaretti e Minniti, che leggo come una sorta di referendum su quello che rimane il convitato di pietra del congresso, ovvero l’altro Matteo (Renzi), credo che l’accoppiata Martina-Richetti possa rappresentare la vera occasione per un PD che guardi avanti e si occupi dell’Italia più che dei suoi problemi. Con l’idea di farlo #diversamente, come recita lo slogan dei comitati promossi da Richetti stesso.
C’è comunque ancora tempo per riflettere assieme e sono graditissimi i vostri commenti.
Qui di seguito la lettera che Richetti ha inviato nelle scorse ore alla sua mailing list.
Carissimo,
desidero condividere questa riflessione con te e tutti gli amici che hanno profuso nelle ultime settimane un impegno straordinario nella costituzione dei comitati #diversamente e che hanno contribuito con tutte le forme di sostegno al nostro cammino.
La scelta di costruire un ticket insieme a Maurizio Martina non cambia di una virgola i contenuti e l’intensità della nostra proposta.
Eravamo candidati alla segreteria del Pd, tutti insieme, con la nostra originalità e la nostra radicalità.
Siamo candidati alla vicesegreteria oggi, con lo stesso atteggiamento.Mi è costato fare un passo indietro.
Ma è una piccola rinuncia personale per far fare un passo avanti alle nostre idee.In un partito che fa notizia per le sue divisioni, le sue frammentazioni, il numero delle candidature e l’incapacità di fare squadra abbiamo voluto fare #diversamente.
Portare le nostre istanze in una avventura più ampia senza snaturare noi stessi.
Rispondere all’appello pubblico di Graziano Del Rio a condividere una esperienza plurale, generosa, di rilancio del PD rinunciando ad una ambizione personale ma senza cedere di un millimetro sulla costruzione di un partito aperto, rinnovato, libero dal cinismo dei notabili.I nostri comitati sono ancora più importanti.
Dobbiamo rafforzarli e costituirne di nuovi.
Andiamo in questa avventura insieme, come squadra, non come adesione di singoli. Il nostro cammino continuerà, anche dopo le primarie. Le nostre proposte, i nostri ragazzi, la nostra passione. Nessuno verrà lasciato solo, perché fare insieme è la nostra forza. Andiamo avanti con fiducia, concretezza ed entusiasmo.
Il nostro cammino per cambiare la politica e farla #diversamente è appena iniziato. Chiunque desideri la mia presenza per aprire insieme i nostri comitati non esiti a chiamarmi!Ti abbraccio con gratitudine, e ricorda, sempre, Harambee!
Matteo
Caro Fabio, non capisco molte cose di questa fase precongressuale ma sono sempre un po’ sconcertato quando sento le prese di posizione dei politici del PD prima dei congressi. Sarà per questo che alle primarie generalmente finisco per votare il candidato che non diventa segretario. Però mi ricordo cosa ho votato e saprei ancora giustificarne le ragioni. Quindi prendila come una scelta scaramantica, ma penso che non voterò Martina.
Scherzi a parte, non ho seguito molto la vicenda e la proposta di Richetti (proverò a farlo) ma lascia che ti dica che mi stupisce un po’ chi dice ‘facciamo così, votiamo questo, convergiamo su quello’ e non si accorge che forse prima dovrebbe spiegare come vede gli ultimi anni di questa storia, cominciando dagli ultimi congressi e da quella stagione. Con la scusa di mettere tutti d’accordo o di guardare avanti si dimentica di comprendere la fase attuale e come ci siamo arrivati, correndo il rischio di lasciare un po’ per strada dei pezzi, non ultima la propria credibilità. Così oggi ce ne vorrà di dialettica prima di convincermi che la speranza possa essere riposta nel ticket tra il Vicesegretario e il Portavoce in carica al momento dell’ultima disfatta.
Ora però mi fa riflettere molto di più chi denuncia i giochetti, le manovre di posizione e di potere e si lamenta dell’assenza di idee nel dibattito.
A me sembra che le idee siano invece lì da vedere e da sviluppare. Zingaretti ha fatto una bellissima due giorni aperta ad amministratori e società civile coniugando l’idea della crescita economica con quella della giustizia. Calenda, l’anima economica (e quindi quella che conta) della mozione di Minniti, ha scritto un bel libro tutto incentrato sulle medesime due idee di fondo. Martina ha parlato con Nannicini al forum sul programma su temi non molto lontani, con altri interventi assolutamente di apertura.
Oggi in altre parole il PD deve essere il partito dell’investimento su crescita e innovazione (un new deal 2.0) e della rifondazione del welfare (meno privilegi più comunità).
Io cercherò di decidere su questa base e sullo stile delle proposte in campo (sobrietà, empatia, generatività), il resto rischia di essere fuffetta.
A questo punto però mi domando perché non si interloquisca tra i diversi punti di vista in campo su questi punti cruciali. Forse perché al di là delle parole d’ordine (in fondo condivise) la posta in gioco agli occhi degli addetti ai lavori è un’altra?
A questo congresso servirebbe più voglia di confrontarsi sulle cose essenziali del futuro, senza paura. Meglio poi che ciascun candidato metta in chiaro qual è la sua visione prospettica (anche a partire dalla storia recente). Altrimenti, a malinquore, che referendum sia! Non ho il minimo dubbio su cosa scegliere.
Errata corrige: malincuore si scrive con la c.
Crescita economica e giustizia sembrano essere le parole chiave…ma immediatamente mi chiedo: e allora? come? E’ qui che tutto si ferma. O mi mettono per iscritto come promuoverebbero la crescita economica e come la giustizia…e come la crescita economica nei confronti della giustizia? Sono le specifiche che fanno capire se quegli obiettivi sono raggiungibili o no.
Come hanno fatto da posizione opposte i vincitori di questo governo? Hanno promesso cose e su quelle sono stati votati. Noi dobbiamo esprimere i nostri valori con le azioni che li rappresentato e li vivono.
In primis evitando contrapposizioni e fratture interne.