La mozione di Verona e le prospettive del PD

7 Ottobre 2018 di fabio pizzul

La vicenda di Carla Padovani, capogruppo PD nel Consiglio comunale di Verona, e del suo voto a favore della mozione proposta dalla Lega intitolata “Iniziative per la prevenzione dell’aborto e per il sostegno alla maternità nel 40° anniversario della legge 194/78” ha avuto un’enorme risonanza nell’opinione pubblica.
All’interno del PD si è scatenata una sorta di processo nei confronti della Padovani, fino a giungere da più parti, con l’autorevole avvallo dell’ex ministro Orlando, a chiedere l’espulsione della stessa dal partito.
Siamo proprio sicuri che sia il modo corretto di affrontare questo tema?

Dico subito con chiarezza che credo che la capogruppo veronese abbia sottovalutato la portata del suo voto e che la mozione (qui il testo completo) fosse scritta appositamente per scatenare polemiche. Il dispositivo finale non chiede l’abolizione della legge 194 e impegna la Giunta comunale a stanziare un cospicuo finanziamento a favore di progetti come “Gemma” e “Chiara”, che intendono affiancare donne che liberamente scelgono di non abortire seppure in condizioni di bisogno economico, e di pubblicizzare il progetto regionale veneto “Madre segreta” (modellato peraltro su un omonimo progetto provinciale milanese sostenuto alle sue origini da una giunta di centrosinistra) che consente alle madri di non riconoscere il figlio e di rimanere anonime. Singolare che una mozione citi associazioni da finanziare, ma tant’è. Ultimo punto del dispositivo, che francamente mi fa sorridere, chiede che Verona venga designata “città amica della vita”, come se ce ne fossero di nemiche.
Quello che ho appena descritto è stato l’oggetto del voto e credo, francamente, che non ci fosse nulla di scandaloso nel sostenere richieste del genere.
Del tutto fuori luogo, invece, erano le premessa della mozione, che riportano affermazioni molto critiche nei confronti della legge e sono caratterizzate da toni spiccatamente “pro-life”, ovvero da movimenti anti-abortisti.
Nella mozione, comunque, non mi pare proprio si chieda l’abolizione della legge 194.

Personalmente avrei evitato di votare a favore della mozione per i toni che i promotori hanno scelto per proporla, ma da qui a chiedere l’espulsione dal partito della capogruppo…

Forse, a questo punto, è utile chiedersi che tipo di partito vuole essere il PD.
Un partito che si allinea si posizioni radicalmente laiciste che non sopportano alcuna riflessione che di ispiri a culture di ispirazione cattolica o religiosa in genere?
Un partito che promuove sempre e comunque l’aborto come la scelta migliore per una donna?
Chi si impegna per prevenire l’aborto e per favorire la libera scelta delle donne di generare un figlio può ancora trovare spazio nel PD?
Io credo che la forza e la ragion d’essere del PD sia la diversità culturale che lo anima, nel rispetto di posizioni diverse da cui nasce una visione condivisa per l’Italia.
Spero che questo continui ad essere il PD e che ci possa essere spazio per un confronto libero e rispettoso di tutti, altrimenti credo che gli volteranno le spalle molti elettori, anche tra quelli che fin qui hanno resistito alle sirene populiste.

Un commento su “La mozione di Verona e le prospettive del PD

  1. Marco

    Direi che la risposta alle quattro domande l’abbiano già chiaramente data gli esponenti di spicco del partito… Che gli elettori stiano già da tempo voltando le spalle proprio per come sono trattate le questioni che riguardano famiglia e vita ?…

    Replica

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *