Ermanno Olmi, un poeta scomodo. Un ricordo a un mese dalla morte.

8 Giugno 2018 di fabio pizzul

Un ricordo di Ermanno Olmi a un mese dalla sua scomparsa.
Lo ha promosso nella giornata di ieri il gruppo regionale del Partito Democratico presso l’auditorium Gaber del Pirellone, dove è stato proiettato “Torneranno i prati”, il film che il regista bergamasco ha realizzato, su invito del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.

La serata è stata introdotta dal saluto istituzionale del presidente della regione Fontana, che ha ricordato come Olmi abbia contribuito a mantenere la memoria di valori fondamentali per la Lombardia, profondamente radicati in una cultura tradizionale che rischia di scomparire.
Carlo Borghetti ha rappresentato la presidenza del Consiglio regionale, ricordando come Olmi abbia saputo raccontare storie umili e nascoste regalando loro grande dignità e portandole al grande pubblico con la delicatezza di un poeta.
Il presidente del Consiglio comunale di Milano, Lamberto Bertolè, ha ricordato infine il legame tra Ermanno Olmi e Milano, ritmato da opere come Milano 1983, commissionata dall’allora amministrazione comunale, ma tenuta nascosta perché non rispondente all’idea di celebrare i fasti della Milano da bere, visto che Olmi decise di portare sullo schermo la città degli umili e dei diseredati in uno straniante parallelo tra le luci del palco della Scala e le ombre delle periferie.

La proiezione è stata introdotta dall’intervento della consigliera regionale PD Paola Bocci, che ha lavorato per diversi anni come assistente al montaggio per lo stesso Olmi e ne ha tratteggiato il profilo artistico ed umano, ricordando soprattutto la sua capacità di andare in profondità, la sua straordinaria memoria visiva e lo sgrado, quasi da bambino, con cui amava stupirsi continuamente del mondo.
Le ha fatto eco Marco Garzonio, che ha ricordato i cinque anni trascorsi al fianco di Olmi per realizzare il film-documentario sulla vita del cardinal Martini: “Vedete, sono uno di voi”. Garzonio ha ripercorso il complesso e delicato rapporto tra due grandi lombardi contemporanei come Olmi e Martini (quest’ultimo di adozione) e ha sottolineato un particolare che potrebbe sembrare banale: Olmi si è a tal punto sentito in sintonia con il cardinale da scegliere che la voce narrante del film non fosse quella di uno speaker qualsiasi, ma proprio la sua di regista, in un faticoso ma sentitissimo omaggio a Martini.
Garzonio ha concluso il suo ricordo leggendo quello che potremmo definire un “auto necrologio” che lo stesso Olmi aveva voluto venisse pubblicato sul “Corriere della Sera” e che dice molto del suo stile e delle sue convinzioni:

 

 

 

 

 

 

Anche Giangiacomo Schiavi, editorialista del Corriere della Sera, ha offerto il suo contributo alla memoria di Olmi con un’intervista che vi ripropongo.

Rivedere o vedere per la prima volta un film di Ermanno Olmi non è un passatempo facile e leggero, richiede un certo impegno, ma proprio per questo arricchisce molto e lascia segni profondi per chi vuole lasciarsi toccare dalla sua poesia in parole e immagini.
E’ proprio quello che accade con “Torneranno i prati”, che, con la poesia cinematografica del regista bergamasco, ci dà un potente pugno dello stomaco che denuncia con forza l’assurdità della guerra, di ogni guerra.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *